31-01-2022 ore 14:32 | Cronaca - Romanengo
di Claudia Cerioli

Giorno della memoria. Romanengo: la scuola insegna ad essere dei costruttori di pace

Nel giorno della memoria, giovedì 27 gennaio i cittadini di Romanengo si sono svegliati facendo memoria della tragedia della Shoah e dell’Olocausto. L'iniziativa è stata organizzata dall’istituto Falcone e Borsellino. Gli studenti hanno realizzato una toccante installazione che ha ricordato l’ingresso del campo di sterminio di Auschwitz. L’idea nata tra i banchi delle classi terze (A e B) guidate dalla docente Rossana Pedrini, ha trovato la condivisione dei 'Marciatori per la pace' del paese oltre che di Soncino e Vaiano Cremasco, dell’associazione nazionale partigiani di Romanengo ed è stata sostenuta dell’amministrazione comunale.

 

‘L’albero del ricordo’

I ragazzi delle terze sono arrivati all’appuntamento dopo un percorso di studio, di lettura e di riflessione. In classe hanno studiato la pianificazione del progetto di eliminazione di persone disabili, malati psichiatrici, omosessuali, rom e prigionieri politici oppositori del regime nazi fascista. Per rendere l’idea di quanto avveniva nei campi di sterminio, hanno ricostruito l’ingresso ad Auschwitz e la terribile scritta Arbeit macht frei (Il lavoro rende liberi). Alcune sagome hanno rappresentato idealmente tutte le persone che hanno perso la loro vita in quei luoghi atroci. Sulla facciata del comune è stato affisso “L’albero del ricordo”: ogni foglia un messaggio scritto dagli alunni per l’occasione.

 

Costruire la pace

Il sindaco Attilio Polla, i marciatori, alcuni testimoni ma soprattutto gli studenti hanno voluto sottolineare l’importanza della pace. Come spiega la professoressa Pedrini "abbiamo lavorato in aula leggendo dei testi e soffermandoci su alcuni passaggi che hanno particolarmente colpito gli studenti. In questo momento, in cui la normalità è un’eccezione, gli allievi hanno capito ancor più quanto sia stata difficile la privazione della libertà, dei diritti e della dignità per coloro che sono finiti nei campi di concentramento e di sterminio. Tocca a noi fare memoria perché nulla di tutto questo accada mai più. Non a caso, i miei alunni, hanno voluto leggere alla fine dell’iniziativa un messaggio di papa Francesco”.