30-09-2020 ore 11:54 | Cronaca - Pandino
di Gloria Giavaldi

Federica Deledda a Pandino: 'La sicurezza stradale frutto di scelte e di responsabilità'

“Quando porti la divisa non fai il poliziotto, ma sei un poliziotto”. Federica Deledda, vicequestore dirigente della sezione della polizia stradale di Cremona, accompagnata dall'assistente capo Stefano Volpi, la indossa con orgoglio. Alla presidente Marianna Patrini e ai soci del Rotary club Pandino visconteo, che l'hanno accolta ieri, martedì 29 settembre, presso la trattoria 'Volpi' a Nosadello, ha raccontato la fatica, l'impegno ed il costante desiderio di stare sempre dalla parte dei diritti, delle regole. E delle persone. “Non voglio tediarvi con articoli, commi e numeri. Ma voglio partire dall'inizio. Dall'articolo 1 del Codice della strada: è pura poesia. Ci dice che lo Stato ha a cuore la nostra sicurezza. La sicurezza stradale è fatta di scelte e responsabilità. Di ciascuno”. Il tono della voce è incisivo, perentorio. “Lo racconto nelle scuole con il progetto 'Icaro', a partire dagli asili. Perché la consapevolezza e la cultura vanno coltivate con cura”.

 

Incidenti stradali

É fondamentale per arginare un vero e proprio fenomeno, quello degli incidenti stradali. Gli ultimi dati Istat del 2019 registrano 172.183 incidenti con lesioni a persone, di cui 3173 morti (entro il trentesimo giorno), 241384 feriti. Sul territorio nazionale si registrano ogni giorno 9 morti per incidente stradale e 661 feriti. “Un incidente stradale è un evento che cambia per sempre la vita delle persone coinvolte, spesso anche dal punto di vista fisico, ma soprattutto dal punto di vista psicologico”. Si resta segnati. “Per questo è importante fare cultura della sicurezza stradale”. Un cambiamento considerevole è già stato apprezzato: “Basti pensare che nel 2001 si registravano in Italia 373286 incidenti stradali con lesioni a persone”. Capitolo a parte meritano gli incidenti in bicicletta: “Le vittime sulle due ruote sono in aumento, complice un notevole incremento di questo tipo di mobilità”. Lancia poi una stoccata alle smart city: “In Italia ci sono dei modelli virtuosi, ma, prima di tutto, è la nostra testa a dover essere smart”. Ci vuole una predisposizione mentale al rispetto dell'altro”.

 

Le cause

Lo sguardo si fa serio quando passa in rassegna le cause di incidente stradale: distrazione alla guida (15,1% ), mancato rispetto della precedenza (13,8%), velocità troppo elevata (9,3%). “La distrazione è la principale causa di incidente stradale e la prima causa di incidente sul lavoro”. Distrazione è, ad esempio, l'uso del telefonino. “Si configura una vera e propria patologia: la paura di 'essere tagliati fuori', per il tempo di un viaggio, dal mondo virtuale. Dalla vita parallela che ci siamo costruiti”. Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte dei giovani dai 15 ai 29 anni, “praticamente il nostro futuro”. Ogni anno i costi per gli incidenti ammontano a 16,8 miliardi di euro (danni alle persone). Si contano circa 300 mila ricoveri, un milione di accessi al pronto soccorso ed oltre 20 mila invalidi civili.

 

La situazione in Europa

“Attualmente il nostro paese si colloca al sedicesimo posto in Europa per incidenti stradali”.Impegnata all'interno di Roadpol (European roads policing network), la rete delle polizie stradali europee, la Deledda si è di recente spesa per l'iniziativa 'Safety days', che si è celebrata il 16 settembre, durante la settimana della mobilità sulle strade di tutta Europa “per contenere le vittime della strada”. Una finalità importante, comune a 'Vision zero', un progetto di sicurezza stradale nato in Svezia che immagina un futuro privo di vittime della strada. “Nella riduzione del fenomeno ci aiutano anche i sistemi di ausilio alla guida (Adas), obbligatori su tutti i modelli di nuova omologazione dal 2022 e per tutte le auto dal 2024. “Poi è necessario continuare ad agire sui vari componenti del sistema guida: uomo, veicolo, infrastrutture. Lo ripeto, la sicurezza è fatta di scelte responsabili. Non ci stancheremo mai di far interiorizzare comportamenti positivi e rispetto delle regole: possono salvare la vita”. Lo fanno ogni giorno per le strade della nostra provincia. Lo hanno fatto anche durante il periodo della pandemia. “Sono stati giorni davvero complessi. Molti dei miei ragazzi si sono ammalati ed hanno sperimentato la solitudine. Io vivo a Brescia e sono di Cremona. Entrambe le mie città sono state profondamente colpite, non è stato facile non far avvertire il peso del comando. Ad un certo punto ho pianto quando, dopo giorni di morte e cattive notizie, ho saputo della nascita del figlio di un collega. Dietro una divisa ci sono uomini e donne con una sensibilità”.

 

Impegno quotidiano

L'ora è tarda. C'è un attimo di silenzio. Il comandante scorre delle slides e si ferma su una foto. “ Avrei potuto raccontarvi di me, di noi, solo attraverso questa immagine”. Si vede la rabbia di chi ha perso un caro sulla strada, l'amore di una madre, l'umanità di un poliziotto. “Spesso siamo le prime persone che i familiari incontrano. Si creano legami che non si lacerano, che resistono al dolore. Una vita spezzata toglie a ciascuno di noi, è una ferita per l'umanità. Le nostre scelte hanno conseguenze sulle vite altrui. Fate in modo che il limite delle vostre decisioni siano le scelte ed i diritti degli altri”. La presidente Patrini ha chiuso la conviviale, non prima di aver ricordato gli impegni in essere: un service interclub finalizzato alla fornitura a scuole ed Rsa del nostro territorio di un termoscanner e la celebrazione dell'impegno rotariano per l'eradicazione della polio. I prossimi appuntamenti per i soci saranno ad ottobre con il formatore Pietro Pontremoli e con esponenti dell'Istituto farmacologico Mario Negri, insieme al Rotary Soncino Orzinuovi e al Rotary San Marco.

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