29-11-2015 ore 18:22 | Cronaca - Crema
di Angelo Tagliani

Crema. Rotary Club, al Ridottino conviviale dedicata a monsignor Franco Manenti, insignito della Paul Harris

Ha raccontato aneddoti sulle circostanze in cui gli è stato comunicato che sarebbe diventato vescovo. E poco dopo ha ricevuto la Paul Harris, massima onorificenza del Rotary International. A due giorni dalla consacrazione episcopale, in Duomo, monsignor Franco Manenti ha accettato l’invito del Rotary Club Crema e martedì sera è stato ospite d’onore alla conviviale serale del sodalizio.

 

Grande partecipazione

Oltre 50 le presenze, tra soci, coniugi e ospiti. “Il numero più elevato dell’anno”, ha considerato il presidente, avvocato Cristiano Duva, in apertura di serata, poco prima di presentare il nuovo prelato: docente di teologia, vicario generale della diocesi e parroco della Santissima Trinità, il prossimo 10 gennaio farà l’ingresso da vescovo nella diocesi di Senigallia. E il presidente del Rotary Club della località marchigiana, Roberto Coppola, ha chiesto che in occasione della serata cremasca venisse letto il suo augurio al nuovo presule. È stata poi la volta della cena, sempre presso Il Ridottino, ristorante che dallo scorso anno sociale è divenuto la sede del sodalizio.

 

Il viaggio a Roma

“Emozioni così forti si provano una volta sola nella vita”, ha esordito monsignor Manenti nel suo breve ma sentito discorso conclusivo, e subito si è lasciato andare al racconto di come gli è stata comunicata la nomina: “Un giorno, il vescovo Oscar mi riferisce che ero stato cercato dal nunzio apostolico. Allora gli telefono e prendo appuntamento per il successivo venerdì. A Roma andiamo entrambi. Il vescovo Oscar aveva intuito quale fosse il motivo della convocazione, ma sulla mia destinazione nulla sapeva pure lui”. Arrivati al cospetto del rappresentante del papa per l’Italia, “dopo qualche domanda di circostanza su Crema – racconta il nuovo presule – va subito al sodo: ‘Il Sommo Pontefice l’avrebbe scelta come vescovo di Senigallia’. E io subito penso: “Caspita, così lontano… e poi, a me che piace la montagna, esser mandato proprio al mare…”. Da qui, un attimo di esitazione. E il tentativo di prender tempo con il nunzio: “Se le facessi sapere tra qualche giorno?”.

 

Lo stemma espiscopale

Risposta perentoria: “Sarebbe meglio che la risposta me la desse subito”. Come possibile dir no al Papa? Così, il sabato successivo, tre conferenze stampa congiunte in Vaticano, nella cattedrale di Crema e in quella di Senigallia annunciano la nuova nomina. Dopo questo aneddoto, a monsignor Manenti è stato chiesto di spiegare il suo stemma episcopale. “Oltre agli elementi tipici dell’araldica vescovile ho suggerito un richiamo a alla Madonna: a Sergnano, dove sono nato, c’è il santuario mariano del Binengo; a Santa Trinita si venera la Vergine del Carmelo e Senigallia prega la Vergine della Speranza”.

 

È vicino a voi il Regno di Dio”

Da qui l’immagine della stella, che ricorda l’appellativo mariano della Stella maris. Poi 3 lingue di fuoco e un tetto stilizzato: sono “simbolo della Trinità, la parrocchia che ora lascio”. Sotto, il motto episcopale scelto dall’eletto: “È vicino a voi il Regno di Dio”. Concluso da un lungo applauso, lo stesso che aveva salutato il nuovo vescovo dopo la presentazione iniziale, l’intervento del presule è stato seguito dalla consegna della Paul Harris, come detto, massima onorificenza rotariana. Questa la motivazione: “Il motto del Rotary è Servire al di sopra di ogni interesse personale”.

 

The peace of God

Il tema dell'anno, voluto dal nostro presidente internazionale Ravi Ravindran è “Siate dono nel mondo”. Questa prospettiva è stata perfettamente disegnata da monsignor Franco Manenti che, per a fedeltà al suo ministero, nel quotidiano servizio all’uomo, è stato elevato alla dignità episcopale e inviato a portare speranza in una terra lontana. Noi rotariani, noi cremaschi ne siamo orgogliosi, e a lui tributiamo oggi l’omaggio di grande concittadino che darà lustro alla nostra Crema ben oltre i suoi confini”. A suggellare questo momento solenne, un brano musicale eseguito dal soprano Eleonora Filipponi e accompagnata all’organo Tamburini da Marcello Palmieri: di John Rutter, The peace of God, un augurio-benedizione al nuovo vescovo e alle persone che incontrerà nella diocesi marchigiana.

 

Ultimo e primo amore”

Infine un altro momento emozionante: la consegna di un ricordo cremasco “fatto su misura”: un’incisione di Gil Macchi raffigurante in primo piano Santa Trinita, e sullo sfondo il Duomo. Rispettivamente “ultimo e primo amore”, dirà subito dopo monsignor Manenti, in quanto “in cattedrale ho fatto per 10 anni il vicario, appena ordinato prete e Santa Trinita è stata la mia ultima parrocchia cremasca”. Palpabile la commozione: molti hanno potuto salutare il loro parroco, piuttosto che l’insegnante di religione al liceo, piuttosto ancora che il loro curato di tempi lontani. Al termine, i ringraziamenti di Duva a tutti i collaboratori. In particolare, al collega Mario Palmieri, 'l’intercessore' che ha messo a segno la presenza rotariana del nuovo vescovo.

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