Prosegue la protesta degli studenti dell’istituto superiore ‘Bruno Munari’ di Crema contro la settimana corta. Oggi, martedì 28 febbraio, su base volontaria, la maggior parte degli studenti è rimasta a casa. Un gruppo di genitori e le rappresentanti d’istituto si sono dati appuntamento davanti ai cancelli della scuola per incontrare la stampa e illustrare le motivazioni dello sciopero. Erano presenti, per il consiglio d’istituto: Elena Ghidoni, Giuseppe Zaniboni, Ilaria Giorgia Domanico e le studentesse: Iside Tedeschi, Martina Dispinzieri ed Emma Marchetti. “Appoggiamo gli studenti - hanno dichiarato i genitori - la settimana corta, di sette ore consecutive, non è la scelta gusta. I ragazzi seguirebbero infatti lezioni dalle 8 alle 15 con solo due pause da 15 minuti. Ne va sia della salute fisica, in quanto non riuscirebbero a consumare un pasto adeguato, sia di quella psichica. Farebbero infatti fatica a concentrasi sulle nozioni soprattutto a fine giornata”.
Problema trasporti e pranzo
Poi il nodo trasporti. “Non ci sono garanzie nei trasporti. C’è da considerare che parecchi alunni provengono anche dall’hinterland milanese come Paullo e Peschiera. Rientrerebbero dunque a casa in serata. Avrebbero poco tempo per studiare e tanto meno per riprendere le forze. La cena costituirebbe il solo pasto adeguato della giornata. Molti infatti fanno colazione alle 7 del mattino. Passa troppo tempo tra un pasto salutare e l’altro”. La settimana corta penalizzerebbe anche gli studenti fragili e con difficoltà. Secondo i rappresentanti: ‘sarebbero esonerati da alcune ore di scuola. Quindi perderebbero alcune lezioni”. A scuola c’è chi sostiene che l’orario prolungato di sette ore consentirebbe di seguire al meglio i laboratori, in quanto l’artistico è un liceo prevalentemente pratico. Le studentesse hanno replicato: “Ci sono già laboratori che durano anche tre ore”.
’Studenti pensano di cambiare scuola’
I rappresentanti del consiglio d’istituto hanno illustrato la posizione della provincia di Cremona. “L’amministrazione provinciale, guidata da Mirko Signoroni, aveva convocato tutti i dirigenti scolastici e il direttore dell’ufficio scolastico territoriale per valutare insieme la settimana corta, senza rientro al sabato, per una questione di risparmio energetico. L’unico dirigente che è partito subito col sondaggio è stato proprio Pierluigi Tadi del Munari. Gli altri presidi non si sono ancora mossi”. Le studentesse Tedeschi e Dispinzieri hanno commentato: “Una scelta importante come questa va condivisa. Noi siamo in quinta, ma molti studenti di seconda o prima stanno valutando l’ipotesi di cambiare liceo artistico o addirittura indirizzo. Questa è una penalizzazione accademica per l’istituto che comunque è valido e molto apprezzato a livello regionale”.