26-09-2018 ore 09:13 | Cronaca - Crema
di Riccardo Cremonesi

A scuola oltre il pregiudizio. Lezione dell'Ac Crema non vedenti a santa Maria della Croce

Lunedì mattina una delegazione della squadra non vedenti dell'Ac Crema ha tenuto una lezione di inclusione sociale nella classe V della scuola primaria di Santa Maria della Croce. Nell’ambito del progetto Nati per essere unici, coordinato dalle insegnanti Stefania Stagni, Antonella Proietto e Patrizia Severgnini, i bambini hanno svolto diverse attività per comprendere che, nonostante le difficoltà, con la forza e la tenacia si possono raggiungere traguardi importanti. Lo hanno dimostrato in questi mesi gli atleti della formazione nerobianca, conquistando il titolo di Campioni d’Italia e classificandosi terzi al torneo internazionale di Amburgo, in Germania.

La lezione
Dopo la visione di un filmato che li ha introdotti nella straordinaria realtà del calcio al buio, i piccoli alunni hanno cercato di capire le regole del gioco. Così, facendo girare tra i banchi un pallone sonoro e delle bende, hanno capito cosa significhi orientarsi a luci spente, con l’aiuto del tatto e dell’udito. Dallo sport alla loro quotidianità, i calciatori hanno spiegato con il sorriso sulle labbra le difficoltà che una disabilità porta con sé, senza mai arrendersi.

La paura dettata dall'ignoranza
Differenze nulle in classe fino a quando qualcuno ha sollevato il problema: “ma vi siete sempre sentiti accettati dai vostri amici?”. È stato il giocatore Davide Cantoni a rispondere: «potrei rispondere di sì per dirvi che il mondo nel quale viviamo è sempre bello. Ma vi direi una falsità: l’ignoranza oggi esiste, il diverso oggi fa ancora paura”. “I bambini da questa lezione hanno avuto un importante insegnamento: le diversità non sono un limite”. Ne sono convinti anche i due giovani portieri vedenti, Angelo Timpano e Riccardo Locatelli, che hanno raccontato il valore aggiunto di un’esperienza sul campo con i calciatori ciechi: “stare sul campo insieme a loro è meraviglioso ed indispensabile, per capire che, anche dopo un grave incidente, si può costruire qualcosa di unico ed inimitabile”.

La diversità è negli di chi guarda
“Siamo una realtà eterogenea – spiega il dirigente Stefano Sesini – ma credo che oggi tutti gli atleti siano riusciti a far capire che giocare a calcio rientra nella loro quotidianità. Proprio come nella quotidianità dei bambini che li ascoltavano. E penso questo sia un primo passo per spiegare che la diversità è negli occhi di chi guarda. Sono forti perché, al netto delle coppe che hanno alzato ed alzeranno, combattono in un mondo non sempre pronto ad accoglierli, con la serenità di chi sa di valere, nonostante tutto e nonostante tutti. Lo stupore che oggi abbiamo visto negli occhi dei bambini, mentre raccontavamo le nostre storie di vita e di sport, ci fa sperare in futuro diverso”.