26-05-2025 ore 20:20 | Cronaca - Crema
di Annamaria Carioni

'La diversità ci rende uguali': Gabriele Piazzoni, nella sua città, dà voce ai diritti di tutti

Sabato 24 maggio 2025 la città di Crema ha accolto con enorme partecipazione ed entusiasmo la prima parata Pride della sua storia: oltre cinquemila persone di ogni età, residenti in città e provenienti dal territorio, hanno sfilato cantando, ballando e sfoderando sorrisi e gioia condivisa per una giornata di sole, e di libertà di esserci e di far sentire il proprio sostegno. Tra bandiere svolazzanti dai sette colori o indossate a guisa di mantelli e pareo, palloncini colorati, bandane, cappellini, arcobaleni disegnati sulle guance e in altre parti del corpo, una fiumana pacifica ed allegra ha voluto gridare con forza e serenità che i diritti sono inderogabili per ogni essere umano, senza nessuna preclusione. A sorreggere lo striscione rigorosamente dai colori dell'arcobaleno con la scritta Crema Pride, il simbolo stilizzato del Torrazzo e la data, ormai già diventata una ricorrenza, c'era il cremasco Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay dal 2015.

 

Cosa rappresenta per te, che sei cremasco, vedere oggi il primo Pride nella tua città? 
“Un'emozione che è salita progressivamente nel corso degli ultimi mesi, fino a stamattina. Per il ruolo, che ricopro in Arcigay, ho partecipato a decine di Pride in tutto il Paese, ma come sempre il Pride in casa propria, dove si è vissuti e cresciuti, è quello che si sente più di tutti”.

 

Cogli un cambiamento nel tessuto sociale di Crema rispetto a un po' di anni fa riguardo a questi temi? 
“Sì, sicuramente. C'è ancora tanto da fare, ma è indubbio che comunque anche la risposta che stiamo vedendo con questo Pride è indicativa. Noi abbiamo cominciato con le prime attività di Arcigay qui a Crema 15 anni fa: allora era molto più complicato aggregare le persone, convincerle a metterci la faccia e affrontare il pubblico in qualche modo. Invece abbiamo visto con questo Pride un coinvolgimento incredibile e la quantità di persone e di attività commerciali che hanno risposto positivamente. Questo è un indicatore molto sano dello stato di avanzamento della città di Crema”. 

 

Hai un lunga esperienza da militante. Cosa ti ha spinto a spenderti? 
“Io mi ricordo un detto di mio nonno, che mi ha sempre guidato nella vita e che recita: 'quando le cose non vanno, chi ha la capacità di vederlo, ha la responsabilità di agire'Nel mio piccolo mi sono messo in campo, prima andando a frequentare l'Arcigay della nostra provincia, poi ho mosso i primi passi da attivista, poi mi hanno nominato presidente e in seguito segretario nazionale di Arcigay nel 2015, proprio poco prima della battaglia per le unioni civili. Alla fine questa è diventata la mia occupazione principale di vita”.

 

In occasione di questo primo Crema Pride ci sono stati anche attacchi politici e detrattori. Se ne deve parlare? E in che modo?
“Purtroppo c'è anche una retorica dell'odio e l'abbiamo vista anche noi sui social in risposta alle prime notizie che ci sarebbe stato questo Pride. È giusto far vedere quanto ancora ci sia da fare, quante persone, purtroppo, affoghino ancora se stesse in pregiudizi, discriminazioni. Questi atteggiamenti a volte diventano vero e proprio odio verso la diversità, ma non bisogna mai rassegnarsi e si deve sostenere con forza l'idea che la diversità ci rende uguali, è questo concetto che va spiegato alle persone”.

 

Nel 2023 ti sei unito civilmente al tuo compagno. Cosa ha rappresentato questo momento nella tua storia personale e forse anche nella storia di tanti altri? 
“Sicuramente le unioni civili sono state il primo riconoscimento istituzionale che il nostro paese ha dato alle persone omosessuali e questo è stato un grande traguardo. Se si ascoltano le storie di persone più anziane, gay, lesbiche o trans dicono che in passato questa conquista non era nemmeno immaginabile. Oggi non c'è ancora la piena uguaglianza, ma ci stiamo lavorando e, nonostante i venti contrari, continuiamo ad andare avanti”. 

 

Che messaggio lasceresti ad un ragazzo o una ragazza che sono nella fase, in cui decidere se e come dichiarare apertamente la propria omosessualità? 
“Il messaggio è di non avere paura e prima di tutto uscire allo scoperto con se stessi. Dopodiché ricorderei che si possono rivolgere a tante realtà associative, presenti anche qui a Crema come in tutto il Paese, che possono dar loro una mano per affrontare eventuali problemi in ambito scolastico, familiare o sociale. Comunque, la prima cosa è proteggere se stessi e autoconservarsi. Poi si può affronta insieme, magari con l'aiuto di altre persone, il percorso di coming out, che è fondamentale”.

 

Cosa vorresti vedere, se possibile a breve, nel quadro legislativo italiano? 
“Spero che si arrivi alla piena e totale uguaglianza di trattamento fra i coniugi, perché non è ancora così e che finalmente l'Italia si doti di una legge contro la discriminazione e contro l'odio: siamo l'ultimo paese dell'Europa occidentale a non avere proprio nessun tipo di strumento giuridico per contrastare questo tipo di crimine”.