25-10-2021 ore 14:23 | Cronaca - Dall'italia
di Riccardo Cremonesi

Operazione della Dda di Brescia, 16 arresti per ‘ndrangheta e perquisizioni in provincia

All'alba di oggi gli agenti della Polizia di Stato e i militari della Guardia di Finanza, coordinati dalla Direzione distrettuale Antimafia di Brescia, hanno dato esecuzione, nell’ambito dell’operazione “Atto finale”, ad un provvedimento cautelare personale nei confronti di quattordici persone, dei quali 12 in carcere e due ai domiciliari. L'accusa è di essere “contigui ed inseriti in contesti di criminalità organizzata di stampo mafioso (‘ndrangheta) e gravemente indiziati, a vario titolo, di usura ed estorsione commessi con metodo mafioso”. Gli arresti e le perquisizioni sono scattate nelle province di Brescia, Milano, Reggio Calabria, Cremona e Ascoli Piceno.

 

Cosca infiltrata nel tessuto economico bresciano

Secondo gli inquirenti l'operazione ha inflitto un duro colpo ad un’importante cosca, che rappresenta un casato di ‘ndrangheta tra i più antichi e potenti della Piana di Gioia Tauro, infiltrata nel tessuto economico bresciano. Inoltre, il Comando provinciale dei Carabinieri di Brescia ha arrestato altre due persone, una dei quali collegata ad ambienti malavitosi di natura ‘ndranghetista, e gravemente indiziate della commissione di altri fatti di estorsione commessi con le tipiche modalità mafiose. Nello stesso contesto sono state eseguite 20 perquisizioni ed è stata sottoposta a sequestro preventivo una somma pari a 77.540 euro, ritenuta profitto dell'usura.

 

Le indagini

L’attività degli investigatori, diretta dal sostituto procuratore Roberta Panico della Dda di Brescia insieme alle colleghe Erica Battaglia e Carlotta Bernardini, ha permesso di documentare “condotte intimidatorie ed estorsive, accordi e pagamenti usurari, accompagnati da pressioni e pretese economiche ai danni di imprenditori, accordi per la spartizione degli illeciti guadagni, richieste di protezione criminale e gravi situazioni di esposizione a rischio per l’incolumità individuale. In alcuni casi è stata provata una vera e propria vendita di denaro a condizioni usurarie ad un imprenditore del Nord in difficoltà economiche, cercando di assicurarsi la certezza del rientro dell’investimento con i convincenti sistemi propri del metodo mafioso. Ma sono diversi gli imprenditori che in difficoltà economiche, amplificate a causa dell’emergenza Covid19 e del conseguente lockdown, hanno avuto notevoli difficoltà nel rispettare gli impegni e le scadenze con conseguenti minacce da parte di alcuni indagati”.

 

Non solo usura ma anche riciclaggio e frode fiscale

Dalle indagini, che sono ancora in corso, è emerso inoltre che altre persone, legate all’associazione di matrice ‘ndranghetista, operavano nel Bresciano commettendo frodi fiscali e reati di riciclaggio ed usura. “L'operatività della ‘ndrangheta – spiegano gli inquirenti - ha portato la stessa a creare e utilizzare decine di società “cartiere” italiane ed estere, assicurandosi un vorticoso giro di fatture false per decine di milioni di euro a vantaggio di imprese locali, riuscendo, in tal modo, ad attuare una sofisticata e pericolosa forma di inquinamento dell’economia legale attraverso l’erogazione di servizi fiscali illeciti”.

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