25-07-2017 ore 12:08 | Cronaca - Crema
di Rebecca Ronchi

Crema. Scuola dell’infanzia Franceschini, percorsi per affrontare e gestire i conflitti

Saper affrontare e gestire i conflitti è sempre più importante in una società veloce e stressante come la nostra. Per chi lavora col pubblico ed in particolare con i bambini è vitale. Per questo il personale della scuola dell’infanzia Iside Franceschini di Crema ha partecipato per un anno ad incontri, seminari e corsi organizzati dal Centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti, fondato nel 1989 e diretto da Daniele Novara.


Il metodo per litigare bene

Nello specifico, due i percorsi formativi: il primo focalizzato sul litigio dei bambini, con il metodo litigare bene, il secondo dedicato agli adulti attraverso il metodo educare bene insieme, con la partecipazione anche del personale Asa. Come spiegano il segretario del comitato di gestione Elena Moretti ed il dirigente scolastico Emilia Caravaggio “con il metodo Litigare bene - chiaro approccio maieutico, è possibile trasformare l’esperienza dei primi contatti tra bambini in una palestra per la libertà, sviluppando competenze, infantili e adulte utili per il futuro. Il diritto a una educazione evolutiva, a strutture che favoriscano una crescita reale, ad adulti che sappiano essere punti di riferimento adeguati è imprescindibile. Il progetto vuole far crescere la coesione educativa tra adulti in una prospettiva pedagogica, con particolare riferimento alla dimensione sociale dei bambini”.

 

Educare bene insieme

Con il percorso per educare bene insieme viene sviluppata “la qualità dell’agire collaborativo tra colleghi e con i genitori grazie alla diffusione di pratiche esplicite e condivise. La fatica del conflitto con l'altro aiuta a costruire coesione educativa senza perdere di vista il proprio specifico professionale e genitoriale”. In ogni classe della scuola è stato allestito “langolo del conflitto, un luogo in cui i bambini possano trovare il tempo e il modo per chiarirsi in autonomia. I bambini sono stati coinvolti in ogni fase del processo, spiegando loro il metodo, scegliendo lo spazio e realizzando insieme i cartelloni identificativi”.


Trovare un punto comune

In sostanza, non ci si concentra “sul giudizio o sulla ricerca del colpevole, per aiutare i bambini a diventare adulti capaci di affrontare le situazioni conflittuali, cioè quando i punti di vista sono diversi. Viene insegnato loro che le situazioni conflittuali non devono essere evitate, non bisogna sentirsi minacciati, o sopraffatti dalle emozioni, ma è necessario attivare quelle competenze che consentono di trasformare anche con fatica le relazioni e trovare un punto comune”.