25-01-2019 ore 12:05 | Cronaca - Pioltello (Mi)
di Andrea Galvani

Pioltello. Toninelli: ‘Chiedo scusa a nome dello Stato’. I pendolari: ‘dignità e giustizia’

“Chiedo scusa a nome dello Stato. Si doveva fare manutenzione, si doveva controllare meglio. Lo ribadisco, la più grande opera di cui l'Italia ha bisogno è la manutenzione e la messa in sicurezza delle infrastrutture esistenti. Perché nessuno debba più morire così. Mai più”. Così il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli alla commemorazione di stamattina a Pioltello. Molti i pendolari: amici, parenti e colleghi delle tre vittime, tutte donne – Pierangela Tadini, 51 anni, Giuseppina Pirri, 39 anni e Ida Milanesi, 61 anni) e delle decine di feriti del deragliamento del treno delle 5:32 che da Cremona porta a Milano. Persone segnate per sempre.

 

L’assurdità dell’incidente

Il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi ha ripreso le parole di Stefania Soresinetti, a nome del Comitato dei pendolari cremaschi: “A portarci qui oggi è la consapevolezza che come rappresentanti dei pendolari lombardi abbiamo un compito importante: ricordare ed evitare. Ricordare quanto di assurdo sia successo lo scorso 25 gennaio, quanto circa 300 persone hanno preso il loro abituale treno per recarsi al lavoro o in università. In quel luogo però non ci sono mai arrivati. Perché quel treno, sui binari di Pioltello, è deragliato provocando morte e dolore”.


Dimenticare è impossibile, ricordare è obbligatorio”

“Ida, Giuseppina e Pierangela oggi non sono qui con noi a raccontarci cosa hanno provato in quei pochi, tremendi e interminabili chilometri tra il punto zero e lo schianto finale del treno. In una società con una memoria breve, quello che ognuno di noi ha provato quel giorno è lì: un ricordo fermo, nitido e chiaro. È non è solo una questione dell'essersi immedesimati in quell'incidente (perché ricordiamolo sarebbe potuto accadere a ognuno di noi, della Cremona-Treviglio-Milano o di qualsiasi altra linea lombarda) è invece un malessere che ci stiamo portando dentro da allora per aver visto crollare completamente due certezze della vita pendolare: il treno quale mezzo di trasporto sicuro, la sensazione di incolumità derivante dal viaggiare in Regione Lombardia, la locomotiva d’Italia. Ci ha fatto e sta facendo male quanto successo. Male per chi abbiamo perso Male per chi abbiamo visto piangere nel riprendere un treno Male per chi un treno ha ancora paura a prenderlo. Dimenticare è impossibile e ricordare è obbligatorio”. (prosegue dopo il video)

 

 

Salvaguardare la vita dei pendolari
“Come pendolari vorremmo evitare che quanto accaduto possa accadere di nuovo. Come comitati ci siamo anche sentiti responsabili, per aver sempre incentrato le nostre iniziative sulla garanzia di un'adeguata qualità della vita per chi viaggia, non rendendoci conto che dovevamo, ancor prima, chiedere di salvaguardare la vita dei pendolari. Questo necessario senso di responsabilità lo vogliamo vedere in tutti i gestori del trasporto pubblico. La nostra voce può essere alta e ferma ma abbiamo bisogno di voi: abbiamo bisogno che voi ministro Danilo Toninelli e presidente Attilio Fontana teniate sempre alta l'attenzione e l'impegno verso questo servizio pubblico, con sguardo rivolto verso i vostri concittadini senza fare nessun sconto all’operato alle aziende, Trenord ed Rfi".

 

"Dignità e giustizia"

"Abbiamo bisogno di voi sindaci, attenti e precisi interpreti del grande disagio della vita pendolare, megafono di un bisogno territoriale ineludibile che deve sempre essere nel mirino della vostra importante azione politica. Concludendo chiediamo ancora una volta colpe e colpevoli, per dare risposta alla nostra necessità di giustizia e dignità per tutti gli 800 mila viaggiatori del trasporto pubblico su ferro di Regione Lombardia”.

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