24-11-2020 ore 14:28 | Cronaca - Dal cremasco
di Riccardo Cremonesi

Operazione 'Braveheart'. Quattro le persone arrestate nel Cremasco dalla Polizia di Stato

“Associazione a delinquere, atti persecutori, lesioni personali gravi, porto illegale di armi, sostituzione di persona e minacce”. Con queste accuse gli agenti della squadra mobile di Cremona, dei commissariati di Crema e Treviglio, con la collaborazione della squadra mobile di Bergamo, hanno arrestato quattro persone di nazionalità indiana domiciliate e residenti nel Cremasco: due uomini di 35 anni, uno di 34 e l'altro di 28 anni. Inoltre sono state denunciate altre tre persone: un pakistano di 28 anni e due indiani di 23 anni, residenti tra le province di Cremona e Bergamo.

 

Le indagini
L'operazione, denominata Braveheart (Cuore impavido), è scattata all'alba di sabato scorso a seguito delle indagini coordinate dal sostituto procuratore di Cremona, Chiara Treballi, e che sono state avviate dopo una violenta aggressione avvenuta nei mesi scorsi ai danni di un indiano, che ha riportato gravi lesioni giudicate guaribili in 40 giorni. Come spiega il dirigente della squadra mobile di Cremona, il commissario capo Zelica Vincenza Ferrauto, “gli accertamenti successivi hanno permesso di ricostruire l’ossatura di un’associazione criminale composta da cittadini di nazionalità indiana che ponevano in essere comportamenti intimidatori e vessatori, spesso sfociati in vere e proprie spedizioni punitive, nei confronti di connazionali che non si sottomettevano alle regole imposte dal gruppo stesso”.

 

Posti di lavoro e patenti false
“Inoltre è stato appurato come il gruppo – prosegue la Ferrauto - si adoperasse anche per fornire dietro pagamento ai loro connazionali opportunità di lavoro e patenti false, secondo un modus operandi collaudato che prevedeva la partecipazione di un soggetto terzo il quale effettivamente si sottoponeva all’esame al posto - e utilizzando le generalità - del reale candidato, traendo in inganno il pubblico ufficiale preposto al rilascio del titolo. Nei confronti di chi si oppone alle decisioni delle gruppo, i membri dell’organizzazione utilizzavano metodi violenti e brutali pestaggi utilizzando armi da taglio e corpi contundenti, tra i quali anche coltelli e tirapugni”.

 

Indagini in corso
“La banda – conclude la dirigente - lungo tutto il periodo delle indagini non si è mai limitata all’esecuzione di violente aggressioni, bensì ha proseguito, con determinata ferocia, nella realizzazione di una serie di comportamenti vessatori e assillanti al fine di intimidire le persone offese, costringendole al silenzio. È ancora in corso l’attività investigativa e di acquisizione probatoria integrativa da parte degli uomini della squadra mobile anche al fine di individuare ulteriori complici o attività illecite poste in essere dal gruppo criminale”.

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