24-05-2021 ore 19:02 | Cronaca - Brescia
di Riccardo Cremonesi

Sversate nei campi oltre 150 mila tonnellate di fanghi contaminati. Indagate 15 persone

Oltre 150 mila tonnellate di fanghi contaminati da metalli pesanti, idrocarburi ed altre sostanze inquinanti, spacciati per fertilizzanti e smaltiti su circa 3 mila ettari di terreni agricoli in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. Con questa accusa i carabinieri forestali di Brescia hanno indagato 15 persone e sequestrato tre impianti di riciclaggio di un'azienda bresciana.

 

Affari per 12 milioni di euro

Secondo i militari la ditta “ritirava i fanghi prodotti da numerosi impianti pubblici e privati di depurazione delle acque reflue urbane ed industriali, da trattare mediante un procedimento che ne garantisse l’igienizzazione e la trasformazione in sostanze fertilizzanti. Invece, per massimizzare i propri profitti – 12 milioni di euro secondo gli inquirenti - la ditta ometteva di sottoporre i fanghi contaminati al trattamento previsto ed anzi vi aggiungeva ulteriori inquinanti come l’acido solforico derivante dal recupero di batterie esauste. Infine, per disfarsi di tali rifiuti e poter continuare il proprio ciclo produttivo fraudolento, li classificava come gessi di defecazione”.

 

Aziende compiacenti

Successivamente venivano smaltiti su terreni destinati a coltivazioni agricole situati nelle provincie di Brescia, Mantova, Cremona, Milano, Pavia, Lodi, Como, Varese, Verona, Novara, Vercelli e Piacenza, retribuendo a questo scopo sei compiacenti aziende di lavorazioni rurali conto terzi: cinque bresciane ed una cremonese. Coinvolto nell'inchiesta anche un dirigente pubblico. Nel frattempo i forestali, su disposizione del Gip, hanno sequestrato decine di conti correnti, fabbricati, terreni, auto e mezzi agricoli di proprietà degli indagati.

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