'Ora basta!' Retescuole Crema scenderà in piazza il prossimo 24 novembre per uno sciopero contro i tagli operati al comparto della scuola pubblica
Una volta gli scioperi li facevano gli studenti. Adesso invece li fanno i professori. Al grido di 'Ora Basta!' ReteScuole Crema invita tutto il personale della scuola a partecipare allo sciopero di sabato 24 novembre indetto dalle sigle sindacali legate alla scuola.
Anni difficili
“In questi anni – si legge nel duro comunicato - la scuola pubblica italiana è stata stravolta da una politica di tagli i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti: classi sovraffollate, riduzione del tempo pieno nella scuola dell’obbligo e impossibilità di svolgere attività laboratoriali e in compresenza, riduzione dei servizi a tutti e in particolare ai disabili e agli studenti di origine straniera, ridimensionamento di orari, di discipline, di sperimentazioni nelle scuole superiori, carenza di fondi per l’ordinario funzionamento delle scuole e per qualsiasi progetto didattico, riduzione di oltre centomila tra insegnanti e personale amministrativo, il blocco di contratti e scatti di anzianità. L’ammontare dei tagli concordati dal Ministro delle finanze Tremonti e dalla Ministra Gelmini corrisponde a circa 8 miliardi e mezzo in tre anni”.
Ma quale priorità
“All’inizio del suo mandato il ministro Profumo ha dichiarato che per il governo la scuola è una priorità. I fatti hanno dimostrato che queste sono solo chiacchiere! Assistiamo ad una scellerata politica scolastica con l’espulsione di decine di migliaia di precari, la deportazione degli insegnanti “inidonei”, il tentativo di privatizzare la scuola con la legge Aprea, l’istituzione di un concorso truffa, a cui si sono iscritti ben 321.210 precari, per 11.542 posti”.
Buchi di bilancio
“Nella spending review e nella legge di stabilità, solo per quest’anno, è prevista una riduzione di 183 milioni di euro nel bilancio dell’istruzione. Nello stesso tempo solo un formidabile movimento spontaneo, sviluppatosi in tutta Italia, ha costretto il ministro ad accantonare ma non ad abbandonare, il progetto di innalzamento a 24 ore settimanali dell’orario di lavoro per i docenti della scuola secondaria”.
Tagli selvaggi
Per coprire la riduzione nel bilancio del MIUR sono state trovate le risorse tagliando i distacchi dei docenti e da vecchi accantonamenti (cioè i tagli del passato) ma ben 47,5 milioni verranno presi dal MOF (fondi per il miglioramento dell’offerta formativa), i fondi utilizzati per le prestazioni aggiuntive dei lavoratori della scuola, per la retribuzione delle funzioni strumentali, delle ore per la sostituzione del personale assente, dell'indennità del lavoro notturno e festivo per gli educatori, ecc.
Soldi alle scuole private
“Incredibilmente mentre si continuano a tagliare le risorse destinate alla scuola pubblica, quella di tutte e di tutti, con un emendamento alla legge di stabilità, approvato dalla commissione bilancio della Camera, si è reso effettivo il finanziamento di 223 milioni di euro alle scuole private. Quando si tratta di finanziare le scuole private non c'è rigore che tenga”.
Adesso basta
“Ora basta! La scuola non può restare a guardare la sua stessa distruzione. È evidente che l'obiettivo generale è dequalificare l'istruzione, la formazione e la cultura a merce; è eliminare passo dopo passo welfare, diritti, cultura. C'è un buio accecante che grava sul futuro della scuola. Vogliono sostituire la qualità della didattica e il diritto allo studio con la competizione fra poveri e la meritocrazia di chi del welfare non ha bisogno”.
La scuola si estingue
“È ormai evidente che passo dopo passo la scuola pubblica rischia seriamente di sparire, o di essere privatizzata, o squalificata per avvantaggiare un sistema di istruzione privata in modo da poter rendere l'educazione e il nuovo terreno di rapina del mercato. Per questo ci ribelliamo. Il 24 protestiamo perché non ci siano più scuole che cadono a pezzi, bilanci scolastici che si reggono sul contributo delle famiglie”.
Tagliare da altre parti
“La nostra richiesta è perentoria: si vadano a trovare le risorse in un altro ambito perché fino ad ora i tagli hanno colpito prevalentemente il nostro comparto! Ad esempio da sempre chiediamo la riduzione delle spese militari, arrivate quest’anno a circa 29 miliardi, grazie ad un aumento dell’impegno del Governo italiano in Afghanistan, alla conferma di acquisto di 131 aerei cacciabombardieri F35 (oltre 15 miliardi di euro, quasi il doppio dei tagli alla scuola; Aerei che si sommano agli altri 91 cacciabombardieri Eurofighter già in buona parte acquistati per altri 12 miliardi di euro”.