Continua ad essere piuttosto alto il livello d'attenzione sull'ospedale di Crema. In consiglio comunale
Emanuele Coti Zelati, SeL, chiede di tutelare le sue funzioni ed i servizi erogati a 150 mila cittadini, in vista dell'ipotesi di riordino del sistema sanitario lombardo. I cremaschi - qualcuno avrebbe messo in giro voci ad arte - temono che in futuro potrebbe esserci
un'unica Asl da Pavia a Mantova con l'aggregazione delle Aziende Ospedaliere di Crema, Cremona e Mantova.
Incatenato per l'ospedaleContemporaneamente
Cesare Forte si presenta in piazza Duomo con un cartello
(sopra): "ieri il tribunale domani l'ospedale. Basta con gli scippi, il territorio cremasco provincia". Infine annuncia per settimana prossima un'azione eclatante in difesa del presidio ospedaliero, "mi incatenerò per risvegliare l'attenzione su quanto accaduto. Il tribunale è stato chiuso, non voglio che succeda lo stesso per l'ospedale".
La riforma in RegioneOggi a Milano
Fabio Rizzi, presidente della Commissione sanità e politiche sociali della regione, ha presentato una bozza sul tema
Riordino della rete ospedaliera e sinergie con il territorio. Com'è andata? "La riforma sanitaria non c'è più. La foto
(in basso) ritrae la sala del Pirellone stracolma di gente. Tutti qui a Milano per ascoltare la fine di questo ospedale e di quella Asl. Crema con Cremona e Mantova, solo 5 Asl in Lombardia.... Contrordine:
"avevamo scherzato! Abbiamo solo lanciato un sasso nello stagno". Cioè un'altra presa in giro. Ora però facciamo sul serio, l'ospedale di Crema non può fare la fine del tribunale!" Così il consigliere regionale
Agostino Alloni documenta e commenta.
La versione del PdL“Con oggi il Gruppo del Popolo della Libertà ha dato il via al lavoro sul
programma di riforma del sistema sanitario lombardo. Una riforma che vuole
costruire un nuovo modello di welfare in grado di rispondere ai cambiamenti sociali in atto nel solco di quei principi che hanno guidato la sanità lombarda in questi anni, rendendola un’eccellenza unica nel panorama nazionale e internazionale.”
I protagonistiQuesta la sintesi fatta dal consigliere regionale
Carlo Malvezzi dopo la prima riunione del Gruppo di lavoro del Popolo della Libertà sulla riforma del sistema sanitario della Lombardia, presieduto dal vicepresidente della Commissione Sanità
Angelo Capelli. La riunione si è svolta oggi in Consiglio regionale, con la partecipazione degli assessori regionali
Mario Mantovani e
Mario Melazzini e i consiglieri regionali
Stefano Carugo, Giulio Gallera, Alessandro Colucci, Mauro Piazza, Luca Del Gobbo e il capogruppo
Mauro Parolini.
L'eccellenza e la follia“Negli ultimi 20 anni – aggiunge Malvezzi – Regione Lombardia ha costruito un modello sanitario di eccellenza, per questo credo
sarebbe da folli voler svilire e stravolgere ciò che funziona. La riforma che abbiamo in mente deve prendere le mosse da principi quali la sussidiarietà, la libertà di scelta e la promozione e valorizzazione della società civile, ma allo stesso tempo essere in grado di rispondere alle necessità dei cittadini che si trovano ad affrontare nuovi bisogni”.
Inutile discussione su accorpamenti e fusioni“Gli ultimi anni hanno evidenziato profondi mutamenti, che hanno generato un
aumento delle fragilità e delle vulnerabilità sia economiche sia sociali. Oggi ci troviamo ad affrontare, quindi, accanto all’ordinaria attività di cura, nuovi profili d’intervento come la
cronicità e la non-autosufficienza. La riforma non dovrà quindi partire da temi di governance o di riorganizzazione ma dalla necessità di una
maggiore integrazione tra i percorsi di cura sanitaria e sociosanitaria e di un riequilibrio tra l’offerta ospedaliera e quella territoriale. In altre parole – conclude Malvezzi - dalla centralità della persona e dalla presa in carico del suo bisogno, non certamente da una inutile discussione su accorpamenti e fusioni.”