23-03-2023 ore 13:00 | Cronaca - Crema
di Denise Nosotti

Artistico Munari, revocata la settimana corta. Lisé: 'non sono stati garantiti adeguati trasporti'

Mercoledì 22 marzo il consiglio d’istituto del ‘Munari’ di Crema attraverso i rappresentanti Ilaria Giorgia Domanico, Elena Ghidoni e Giuseppe Zaniboni con gli studenti Aurora Cerioli, Martina Dispinzieri e Iside Tedeschi hanno reso pubblica la revoca della delibera sulla settimana corta (sette ore dal lunedì al venerdì con sabato escluso). La nuova programmazione rimane dunque solo all’indirizzo scienze umane. La decisione di cambiare l’orario aveva suscitato non pochi malumori sia tra gli studenti che tra i genitori tramutati in scioperi e lettere di contrarietà. Come si evince dal documento pubblicato dai rappresentati d’istituto e degli studenti: “l consiglio del “Munari” di Crema si è espresso per la revoca della delibera dello scorso 15 febbraio che istituiva un orario prolungato di sei o anche sette ore al giorno per cinque giorni per tutti gli studenti della scuola a partire dall’anno scolastico 23/24 ed è stata sostituita da una nuova delibera, votata a maggioranza, che mantiene la settimana corta soltanto per il liceo delle scienze umane”.

 

Il parere della scuola

Sulla questione è intervenuto l’ufficio si staff di presidenza. Attraversi le parole di Laura Lisé referente per l’orientamento è stato precisato: “il consiglio d’istituto, mercoledì 22 marzo ha siglato una delibera modificando la precedente che prevedeva la variazione d’orario sia all’artistico che alle scienze umane, optando per la settimana corta. Il 10 marzo ci è giunta una nota dall’agenzia dei trasporti, in difformità con quanto anticipato dalla provincia di Cremona, in cui non si riusciva a garantire un trasporto adeguato per gli studenti che avrebbero terminato lezione alle 15. Il consiglio ha così stabilito che la settimana corta sarà attivata per l’anno scolastico prossimo solo al corso di scienze umane di largo Falcone e Borsellino”.

 

Le maggiori criticità

Il gruppo di genitori e studenti nel documento ha evidenziato, nuovamente, le criticità che una decisione simile avrebbe comportato ai ragazzi: “il difetto di motivazione, la violazione dei principi di ragionevolezza, logicità e proporzionalità considerando fattori quali la qualità didattica, l’apprendimento degli studenti, le attività extracurriculari degli stessi, e poi ancora i disagi dei trasporti, l’assunzione di pasti, la non omogeneità e pertinenza di questa offerta formativa rispetto agli altri istituti cittadini. Non era poi stato effettuato nessun passaggio preventivo per garantire quantomeno i trasporti”.

 

Si chiude un capitolo

“Con il voto di oggi si chiude, almeno parzialmente, una vicenda paradossale. Un istituto scolastico, solitario, ha preteso di andare da solo per la sua strada, peraltro sbagliata, senza tenere in considerazione la composizione della popolazione scolastica, le famiglie, le altre scuole, il trasporto pubblico, la mobilità cittadina, quella provinciale, gli altri enti coinvolti, la fattibilità del cambiamento orario, il suo rapporto con il monte ore scolastico, la sua effettiva e misurabile influenza sui costi energetici generali, e l’elenco potrebbe continuare. Siamo ovviamente lieti di questa conclusione per gli studenti dell’artistico, ma non possiamo fare a meno di chiederci quanto tempo ed energie avremmo tutti quanti risparmiato se semplicemente le nostre ragioni, risultate superiori, fossero state realmente ascoltate durante il processo decisionale”.

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