23-02-2023 ore 12:08 | Cronaca - Cremona
di Denise Nosotti

Cremona, 448 detenuti in carcere: il report, tra percorsi protetti, fragilità e attività ricreative

Ornella Bellezza, direttrice della casa circondariale di Cremona e garante dei diritti delle persone private della libertà personale, ha pubblicato il resoconto delle attività svolte a beneficio degli ospiti. Le persone ristrette, presenti al 31 dicembre 2022, nell’istituto penitenziario cremonese sono 448 rispetto ai 394 previsti come dato numerico della capienza regolamentare, di cui il 64 per cento stranieri ed il rimanente 36 per cento italiani. A Cà del Ferro, sono nell’ultimo anno sono entrati, dalla condizione di libertà, persone straniere per il 60 per cento e italiani per il 40 per cento. I trasferiti da un altro penitenziario sono per il 67 per cento stranieri e per il 33 per cento italiani. La posizione giuridica degli italiani è molto varia. La maggior parte (66 per cento) deve scontare una condanna definitiva; il 10 per cento sono condannati non definitivi, l’8 per cento sono appellanti e il 9 per cento sono in attesa di primo giudizio. 

 

L’uscita dalla struttura

Per quanto riguarda gli stranieri, il 67 per cento deve scontare la pena definitiva, mentre il 12 per cento è condannato in via non definitiva.Il 9 per cento è ricorrente mentre solo il 2 per cento è appellante. La maggior parte dei detenuti stranieri sono di origine marocchina. Seguono i romeni, i tunisini, gli egiziani, gli albanesi, gli algerini e i gambiani. Gli italiani detenuti sono 180. Gli stranieri totali sono 270. I soggetti dismessi dall’istituto penitenziario cremonese per il 50 per cento sono stati affidati ai servizi sociali; il 15 per cento sono agli arresti domiciliari, mentre il 14 per cento è stato scarcerato. Il 4 per cento è stato espulso dall’Italia. Per i detenuti sono organizzate attività calibrate su ogni singolo reparto detentivo divenuto spazio operativo d’intervento. Il 27 per cento riguardano iniziative culturali e d’istruzione. Il 22 per cento terapeutiche, l’11 per cento ricreative, l’8 per cento sportive e il 5 per cento religiose.

 

Condizioni di fragilità

Terminata l’emergenza Covid, dopo diverse annualità è stato reinserito il sotto circuito dei detenuti “protetti”. Di questi, il 76 per cento fa parte della categoria cosiddetta di ‘riprova sociale’; il 22 per cento rientrano nel gruppo ‘sicurezza’; il 2 per cento sono relativi alle forze dell’ordine e l’1 per cento omosessuali. Le persone “fragili” in carcere sono una presenza reale su tutto il territorio nazionale. Sono soggetti come i tossicodipendenti, persone con patologie psichiatriche, anziani o ragazzi molto giovani. Persone più deboli o più fragili che, nel caso di un loro primo ingresso in un carcere, la salute fisica o psichica è maggiormente esposta ad esperienze traumatiche. Anche nel penitenziario cremonese ci sono stati episodi di autolesionismo, tentati suicidi e suicidi. Il 51 per cento dei casi è afferente a episodi autolesionisti, il 18 per cento a manifestazioni di protesta individuale, il 12 per cento a tentativi di suicidio, l’11 per cento alla violazione delle norme penali. Molto più sporadici gli episodi di protesta collettiva e aggressioni alle forze dell’ordine.

1992