22-07-2015 ore 20:58 | Cronaca - Crema
di Stefano Zaninelli

Crema. Ospedale Maggiore, ristrutturati i locali del servizio trasfusionale. Dall’Avis una nuova poltrona per i prelievi

“A distanza di tempo, siamo riusciti a ristrutturare i locali del Servizio immunoematologia e medicina trasfusionale (Simt): si è trattato di un intervento di 6 mesi costato circa 250 mila euro, ricavati tra le pieghe del bilancio. All’inaugurazione abbiamo voluto fossero presenti anche i donatori Avis, che hanno donato una poltrona Day-clinic per prelievi”. Così Luigi Ablondi, direttore generale dell’azienda ospedaliera Ospedale Maggiore di Crema, ha introdotto alla conferenza di inaugurazione dei locali del Simt e di consegna del dono da parte dell’Avis.  

 

Il sostegno dell’Avis

Mentre attende di conoscere il suo destino – che settimana prossima tornerà all’ordine del giorno in Consiglio regionale – l’azienda ospedaliera cremasca riceve in dono dalle sezioni della zona 5 dell’Avis un regalo molto importante: una poltrona per prelievi. Ora il Simt può contare su una dotazione di 6 poltrone; l’obiettivo, come spiega la responsabile dottoressa Annalisa Maria Gipponi, “è aggiungerne almeno un’altra senza andare troppo in là coi tempi. Siamo comunque molto soddisfatti e grati all’Avis sia per quanto concerne le donazioni che per il loro sostegno alle nostre esigenze materiali”.

 

Donazioni nel Cremasco

Mentre l’Areu informa che in Lombardia il numero di donazioni potrebbe far registrare un nuovo calo oltre a quello del 2014, a Crema e nel circondario di allarme non si può ancora parlare: “per quanto ci riguarda – aggiunge la dottoressa Gipponi – le donazioni tutto sommato procedono abbastanza bene: nei primi 6 mesi dell’anno ammontano a 2327. In merito alle donazioni di sangue intero, rispetto all’anno scorso di non abbiamo ancora registrato dei cali; al contrario, un calo si registra nelle donazioni di plasma”.

 

Roberto Savazza, Luigi Ablondi, Ermanna Derelli (foto © Cremaonline.it)

Solidarietà e crisi

Come aveva già sottolineato in occasione dell’assemblea annuale lo scorso febbraio, “abbiamo registrato un lieve calo nelle donazioni – commenta Pietro Valcarenghi, presidente Avis Crema – principalmente dovute ai problemi sul lavoro: i lavoratori autonomi devono lavorare sempre più e hanno sempre meno tempo per le donazioni, i lavoratori dipendenti, invece, hanno molta più difficoltà ad farsi concedere il permesso dal datore di lavoro. Dovremo puntare molto di più sulle giornate del donatore e sulle donazioni domenicali”.

 

Cultura del dono

Secondo Umberto Bodini, presidente Avis Cremona, “bisogna sì fare i conti con le difficoltà ma c’è da dire che il centro trasfusionale si è sempre difeso. In questi giorni il Ministero della Sanità sta cercando di sensibilizzare in merito al calo delle donazione e questa è certamente una buona cosa. Il problema è che ci troveremo a fronteggiare un calo delle donazioni che, comunque, già negli anni scorsi s’è fatto sentire. Bisognerà lavorare molto sulla scuola per sviluppare la cultura del dono: non sempre il cambio generazionale compensa  l'attività di quelli che escono dal circuito delle donazioni”.

 

Medici, pazienti e ristoro

Dunque, dopo 6 mesi di lavori l’Ospedale Maggiore di Crema torna ad operare nei locali storici, arricchita dal dono delle sezioni Avis di Crema, Bagnolo Cremasco, Camisano, Izano, Madignano, Montodine, Offanengo, Ripalta Arpina, Ripalta Cremasca, Romanengo, Salvirola, Sergnano. Sistemate le attrezzature, non rimane che smussare la dialettica tra personale sanitario e donatori; screzi banali, in fin dei conti, che secondo i veterani Avis potrebbe esaurirsi grazie a un compromesso: “nel ristoro post-donazione, una fetta di salame e un bicchiere di vino”. I medici, stavolta, hanno sorriso.