22-04-2013 ore 18:14 | Cronaca - Crema
di Rebecca Ronchi

“La scuola pubblica è in fallimento”. Retescuole scrive ai genitori: “con la Riforma Gelmini e i tagli di Monti, da primi a tredicesimi in Europa”

“La scuola pubblica non è più quella della nostra Costituzione, che all'articolo 3 parla di uguaglianza delle opportunità a prescindere dalle condizioni di partenza dei singoli studenti”.

La controriforma Gelmini
Secondo i docenti di Rete Scuole "la scuola primaria italiana, prima del 2008 era prima in Europa e quinta al mondo per qualità (dati Ocse) per qualità di insegnamento, a seguito della controriforma Gelmini ora siamo al tredicesimo posto, perché l'Italia è la nazione che ha ridotto di più i bilanci del settore: -10,4% tra il 2010 e il 2012”.

I tagli al personale
“La scuola pubblica negli ultimi anni è stata costantemente e colpevolmente impoverita. I 143.000 tagli al personale scolastico da parte del duo Tremonti-Gelmini, confermati dal ministro Profumo, hanno devastato la scuola italiana, impedendo l’assunzione di tutti i precari e imponendo la formazione di classi di 30, 35 o anche 40 alunni".

Il taglio ai fondi
Retescuole denuncia il taglio "senza opposizione" dei fondi all’istruzione: "in Italia i Ministri dell’Istruzione hanno dichiarato guerra alla scuola pubblica, mentre quella privata è profumatamente sovvenzionata, al contrario di quanto impone l’Art.33 della Costituzione italiana, “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”.

Il governo Monti
“Durante l’anno scolastico 2012-2013 il Governo Monti, ha toccato nuovamente e pesantemente il comparto scuola senza alcuna giustificazione di carattere didattico e pedagogico, ma semplicemente per necessità di risparmio per le casse dello Stato. E così: gli studenti con disabilità perderanno ulteriormente ore di sostegno. Questo comporterà problematiche scolastiche per tutti gli allievi”.

Insegnanti di sostegno
In estrema sintesi verranno tagliati 6000 insegnanti di sostegno, aumento del numero degli alunni per classe con conseguenze negative sulla sicurezza, sull’efficacia della didattica. "E' il momento di intervenire, tutti insieme - conclued Retescuole - perché il problema non è solo dei docenti ma di tutti. Uno Stato civile, specie una democrazia, si basa sull’istruzione e sul livello culturale dei suoi cittadini perché, si sa, un paese ignorante è un paese povero e poco libero”.