21-07-2021 ore 19:00 | Cronaca - Dalla provincia
di Riccardo Cremonesi

Obbligo vaccinale e ricorso al Tar di Brescia: Ats Val Padana, 1500 accertamenti in corso

Un centinaio di medici, infermieri e altri operatori sanitari hanno promosso un ricorso al Tar contestando l’obbligo vaccinale. Lo scorso 14 luglio a Brescia si è tenuta l’udienza e il tribunale amministrativo regionale ha preso atto della rinuncia alla domanda cautelare degli operatori sanitari che hanno proposto il ricorso e ha espresso alcune valutazioni. Come sottolinea l’Ats Val Padana “ha evidenziato che non sembrano prive di rilievo le eccezioni preliminari presentate dalle amministrazioni opponenti - che incidono sull’ammissibilità delle questioni di costituzionalità - aggiungendo che non sembrano esserci i presupposti per l’ammissibilità del ricorso collettivo e cumulativo”.

 

Esecuzione alla legge

“Sebbene l’udienza verrà fissata dopo l’estate e comunque entro il 2021, Ats della Val Padana – come le altre Ats lombarde – proseguirà nel dare esecuzione alla legge n° 76/2021 che individua la vaccinazione come requisito essenziale per l’esercizio della professione sanitaria. Non essendo stati sospesi i procedimenti fin qui avviati, le Agenzie di tutela della salute provvederanno alla trasmissione degli atti di accertamento dell’inosservanza dell’obbligo vaccinale per le finalità prescritte e imposte dalla norma vigente”.

 

I vaccini proteggono dalle varianti

L’Ats Val Padana ribadisce che “alla luce dell’attuale contesto epidemiologico è decisivo rafforzare la campagna vaccinale. I dati attualmente disponibili dimostrano che tutti i vaccini proteggono contro le varianti; per la variante Delta, la maggiore protezione si raggiunge con il ciclo vaccinale completo. Obiettivo prioritario dell’attività vaccinale anti Sars-CoV-2 resta la maggiore copertura possibile della popolazione generale ed in particolare di determinate categorie individuate per fasce di età, per fragilità o per contesto lavorativo (quali il personale sanitario ed il personale scolastico) come più volte ribadito sia dal governo sia da regione Lombardia”.

 

L’obbligo vaccinale

“Per il personale sanitario è stato introdotto di recente l’obbligo di vaccinazione, con legge approvata dallo Stato (legge n° 76/2021). Fino alla completa attuazione del piano vaccinale e comunque non oltre il 31 dicembre 2021, al fine di assicurare adeguate condizioni di sicurezza, è previsto l’obbligo vaccinale per gli esercenti la professione sanitaria e per gli operatori di interesse sanitario che svolgono la propria prestazione nelle strutture sanitarie, sociosanitarie, socioassistenziali, nelle farmacie e nelle parafarmacie e negli studi professionali. La vaccinazione è dunque un requisito essenziale per lo svolgimento della prestazione lavorativa e per l’esercizio della professione sanitaria; può essere evitata solo in caso di accertato pericolo dovuto a particolari condizioni (documentate) inerenti lo stato di salute e la mancata vaccinazione comporta la sospensione dalle mansioni che comportano contatti interpersonali, con conseguenze in termini di retribuzione”.

 

Rintracciare i non vaccinati

“Da tempo l’Ats della Val Padana ha messo in campo un’intesa attività per rintracciare tutti quegli operatori sanitari che non si sono sottoposti alla vaccinazione anti Covid-19. In particolare, l’Ats ha spedito circa 3.400 lettere di invito alla categoria degli operatori sanitari risultati, ad una prima ricognizione, non vaccinati; a queste, sono seguite oltre 2.000 comunicazioni con un secondo invito “formale”. A seguito di queste azioni, numerosi operatori hanno aderito alla campagna vaccinale; altri hanno fornito idonea documentazione attestante l’impossibilità di sottoporsi alla vaccinazione. Attualmente è in corso il completamento dell’istruttoria relativa a circa 1.500 posizioni, per le quali è prevista, già nei prossimi giorni, un’ulteriore trasmissione di atti di accertamento; con questi viene comunicata ai destinatari - e per conoscenza ai rispettivi ordini professionali e, nel caso di personale dipendente, ai datori di lavoro - l’accertata inadempienza rispetto all’obbligo vaccinale”.

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