21-01-2015 ore 12:26 | Cronaca - Parigi
di Florence Cifuni

L'Affaire don Inzoli su Le Monde. Philippe Ridet: “Un prete accusato di pedofilia in prima fila al convegno sulla famiglia tradizionale”

“Un prêtre accusé de pédophilie au premier rang d’un colloque sur la famille traditionnelle”. La presenza di Mauro Inzoli al convegno regionale Difendere la famiglia per difendere la comunità ha superato i confini nazionali. Oltralpe, Le Monde dedica un pezzo alla vicenda firmato dal corrispondente Philippe Ridet; inequivocabile il titolo: “Un prete accusato di pedofilia in prima fila in una conferenza sulla famiglia tradizionale”.

 

L'imbarazzo e l'obiettivo

Il prestigioso giornale francese sottolinea l'imbarazzo di partecipanti ed organizzatori e ricorda come tra gli obiettivi dell'evento, promosso da Obiettivo Chaire ci sia quello di aiutare le “persone che pur avvertendo tendenze e pulsioni omosessuali, rifiutano la logica militante dell’attivismo gay e chiedono di essere accompagnati ad articolare e a superare il loro disagio, ritrovando il disegno originario di Dio sulla loro vita”.

 

Gli abusi sui minori

Dando conto di come Inzoli si trovasse in seconda fila immediatamente dietro autorità della Regione Lombardia, il presidente leghista Roberto Maroni ed il suo predecessore Roberto Formigoni, legato al movimento di Comunione e Liberazione, Le Monde riprende la condanna vaticana del 2010, con la riduzione allo stato laicale per abusi su minori. Dopo l'appello presentato dal sacerdote la sentenza è stata parzialmente ridotta.

 

Son train de vie

Secondo Le Monde, uomo di spicco della Lombardia e della Chiesa, della politica e della mondanità, 65 anni, è stato presidente del Banco Alimentare in soccorso dei più poveri, “mais c'est le train de vie de ce prèlat amateur de cigars, de belles automobiles et de dîners fins qui lui vaudra son surnom de Don Mercedes”. In sostanza, lo stile di vita di questo sacerdote amante dei sigari, delle belle auto e dei soldi gli è valso il soprannome di Don Mercedes.

 

Leggere fino in fondo

La parte conclusiva della sentenza della Congregazione per la dottrina della fede lo ha invitato “a intraprendere una vita di preghiera e di umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza” e a “seguire un'adeguata psicoterapia per almeno cinque anni”. Come scrive Ridet, “Peut-être ne l'a-t-il pas lue jusqu'au bout”; ovvero, può darsi che non abbia letto fino in fondo.

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