“L’Associazione culturale Veneto fronte Skinheads rivendica la paternità dell’affissione dei manifesti nei pressi delle sedi di partiti e associazioni che si stanno prodigando nel sostenere attivamente il Gay Pride nella nostra città”. I manifesti sono stati affissi alla porta d’ingresso del comune di Crema, delle sedi del Partito democratico, di Rifondazione comunista, al Bar Parko e alla Camera del lavoro.
Visione della famiglia
È stata diffusa alla stampa una nota: “Ci smarchiamo anticipatamente dalla consueta accusa di incitamento all’odio che spesso viene rivolta stucchevolmente da chi, mistificando la realtà oggettiva dei fatti, pretende di silenziare con macchine del fango o decreti legge liberticidi chi ha una visione della famiglia e della società divergente da quella promossa dalle cosiddette associazioni arcobaleno”.
Elementi di critica omosessuale
“Alla luce di queste dichiarazioni che non lasciano spazio ad equivoci o interpretazioni di sorta, ci interroghiamo se non esista un connubio che lega una parte dell’attivismo LGBT allo sdoganamento e alla normalizzazione della pedofilia, stando proprio alle dichiarazioni riportate nel suo magnum opus da uno dei massimi riferimenti culturali del panorama omosessuale italiano, dato che il primo Gay Pride in Italia che ha dato origine a queste manifestazioni fu organizzato nel lontano 1994, proprio dal circolo che porta il nome di Mario Mieli (Elementi di critica omosessuale. Pag. 55). Poniamo i riflettori sul retroterra culturale che compone una parte di questo mondo inclusivo e colorato, evidenziando come questi preoccupanti legami possano esistere anche in un certo associazionismo. Il portavoce”.