Alla luce delle polemiche e del botta e risposta sul ‘caso Santa Maria’ è intervenuto il dirigente scolastico dell’istituto Crema uno Attilio Maccoppi. “L’Istituto da anni organizza progetti, eventi e momenti di condivisione improntati all’intercultura, al dialogo interreligioso, e all’approfondimento di tematiche di condivisione, consapevoli che solo la conoscenza reciproca e l’educazione possa portare al rispetto vicendevole e alla costruzione di una pace e di una coesione sociale duratura e rispettosa. Quest’anno il progetto si intitolava Parole di Pace: incontro fra lingue madri. Il progetto co costruito con l’ufficio migrantes di Crema prevedeva, in tutti i plessi dell’istituto, interventi da parte di genitori, parenti, esperti e amici che, invitati ad entrare in classe, hanno insegnato canzoni, raccontato storie, risposto a domande nella loro lingua madre, della loro cultura della loro storia e della loro religione. Questo progetto è stato approvato in collegio docenti a più riprese, presentato al Consiglio d’istituto, comunicato ed illustrato alle famiglie in diversi consigli di intersezione e di interclasse”.
All’interno di un percorso più ampio
“L’insegnante di Religione del plesso era chiamata a trattare, secondo le indicazioni nazionali, oltre ai fondamenti della religione cattolica il tema relativo alle grandi religioni: ebraismo, islam, induismo, buddismo oltre alla conoscenza della religione cristiana protestante e ortodossa. Ha formulato richiesta al preside di poter contattare alcuni rappresentanti delle diverse religioni, preferibilmente genitori o tutori degli alunni presenti in classe, per rispondere a domande inerenti le diverse religioni, precedentemente preparate dagli studenti. In quest’ottica si sono resi disponibili due genitori di due studenti della classe quinta. Prossimamente è previsto l’intervento di un rappresentante della religione induista e rivolgeremo l’invito anche al vescovo già contattato anche per le altri fasi del progetto”.
Le ragioni del preside
Il dirigente scolastico ha precisato: “non si tratta e non si intende proporre qualsiasi forma di indottrinamento di qualsiasi tipo di religione; non appartiene a questo istituto ripudiare i simboli religiosi cattolici tant’è che il crocefisso è presente in tutte le nostre classi e alcuni plessi hanno persino vinto concorsi per la realizzazione di presepi; l'insegnamento della religione cattolica non è un insegnamento catechetico, ma culturale e prevede che si studino anche le altre religioni; l’incontro in questione è stato costruttivo ed interessante e non un intervento di islamizzazione strisciante della scuola pubblica; è proprio attraverso la conoscenza che si rafforzano le proprie convinzioni, tradizioni e radici culturali, non con l’oscurantismo o il rifiuto del diverso; alcune affermazioni lette sono indice di assoluta mancanza di conoscenza di ciò che viene fatto nelle scuole, dei programmi di studio che si affrontano, della progettualità approntata, degli indirizzi di educazione civica”.