Abbiamo scritto in questi giorni della questione riorganizzazione degli istituti scolastici, dalle prime idee, all’indicazione che la provincia di Cremona, attraverso il suo presidente pro tempore dovrà formulare in autunno in regione. Il presidente Carlo Vezzini termina il mandato tra qualche settimana, date le elezioni a Sesto ed Uniti, dove ricopre la carica di sindaco ma pare intenzionato ad accelerare i tempi e deciso a portare in consiglio il prossimo 26 maggio il suo progetto. Al riguardo i sindaci dell'area omogenea cremasca sono stati chiari: "proposta irricevibile". Per qualità e dimensione il Cremasco pretende non solo rispetto, ma anche autonomia.
La situazione del Munari di Crema
Della politica abbiamo detto, occupiamoci oggi degli addetti ai lavori, nel tentativo di offrire un contributo alla comprensione della vicenda. Partiamo col liceo artistico Bruno Munari: la sede principale è a Crema e la sede staccata a Cremona. Il Munari perderebbe la sede di Cremona che confluirebbe nello Stradivari, garantendo i numeri per il mantenimento della presidenza, per cui necessariamente deve recuperare gli iscritti che mancano. Cosa propone la provincia? L’accorpamento con l’istituto Marazzi, a sua volta staccato dall’Ala Ponzone Cimino. In molti si stanno chiedendo se questa sia la scelta giusta, tenuto conto di un altro capitolo non proprio chiuso: quello riguardante lo Stanga, nella sua attuale conformazione (3 sedi a distanza di 50/60 chilometri), come sembrerebbe emergere dalle parti del Torrazzo, anche se la sede cremasca dell’agraria non è convinta. Torniamo al Munari: con i suoi 550 iscritti risulterebbe sottodimensionata. Cosa fare? La provincia spinge per l’accorpamento proprio con l’istituto Marazzi, storica scuola professionale cittadina, che vanta eccellenze in campo meccanico e che nel corso degli anni ha saputo ampliare la propria offerta aprendo ad un percorso diverso, quello che ha a che fare con il mondo della moda. Non si capisce perché, visto che le prime determinazioni dello scorso 29 aprile prospettavano invece un accorpamento con il liceo scientifico.
Artistico e scientifico insieme
“Siamo molto preoccupati”, è l'unico commento del dirigente scolastico Pierluigi Tadi (nell'immagine), che preferisce monitorare con grande attenzione ciò che la politica sta facendo. Il collegio docenti del Munari lo scorso 13 maggio ha evidenziato la difficoltà derivanti da un'aggregazione con una scuola che presenta un’offerta formativa diversa da quella liceale. Inoltre a Crema esiste già un istituto da 1600 studenti, il Racchetti-Da Vinci, che tra qualche anno rischia di avere problemi di sovradimensionamento. Per questo potrebbe offrire supporto all’artistico, con uno dei suoi quattro licei (scientifico o scienze umane), formando due istituti, Racchetti e Munari con numeri tali da permettere un’esistenza autonoma ed una migliore gestione operativa e organizzativa.