È una manifestazione intensa, che si rinnova di anno in anno e che si amplia sempre di più. Stiamo parlando del ‘Panda a Pandino’, la manifestazione cremasca che raduna le mitiche auto, marchio Fiat, da ogni parte d’Europa. Una due giorni di festa e di amicizie rinnovate all’ombra del castello visconteo. Gli organizzatori sono soddisfatti. Si è infatti giunti ai i 1051 esemplari. Nel 2022 i partecipanti erano 939. Come aveva anticipato il sindaco Piergiacomo Bonaventi: “l’auto raduno è anche un momento per incontrarsi e passare dei bei momenti. È infatti possibile gustare prodotti tipici locali messo i food truck e ascoltare della buona musica grazie al concerto, di sabato sera, della band tributo ai brani più famosi degli anni 90 e 2000”.
Musica e amicizia
Come ha tenuto a precisare anche l’assessore Francesco Vanazzi: “la manifestazione non è fine a se stessa. È un’opportunità per far conoscere Pandino a livello nazionale e internazionale ed è anche un volano per l’economia del paese. In questi giorni infatti stanno transitando migliaia di persone che imparano a conoscere la realtà pandinese”. “Sono due giorni veramente caldi per il paese - ha aggiunto il sindaco Bonaventi- la gente è sempre più contenta. La ‘lesa web radio’ sta seguendo passo per passo l’evento e il concerto di sabato ha radunato tanti appassionati di musica. Pandino, con questa kermesse, ha la possibilità di farsi conoscere ancora di più sia a livello turistico che economico. Mi capita spesso di incontrare gente da ogni parte d’Italia e in parecchi conoscono Pandino anche per questa rassegna motoristica”.
All’ombra del castello
Nel frattempo gli organizzatori cercano di mantenere il primato. Nel tardo pomeriggio di domenica 18 si sono svolte le premiazioni. Piano piano le auto hanno lasciato il paese in una sfilata colorata. “L’anno prossimo - annuncia il sindaco - il raduno sarà caratterizzato anche dalla nuova veste del castello. I lavori stanno procedendo. Un terzo delle opere è già concluso. Ora si stanno svolgendo le opere strutturali e i soppalchi”.