La comunità della Cattedrale domenica 26 giugno festeggerà i 50 anni di sacerdozio di don Emilio Lingiardi, parroco dal 1990. Una missione iniziata con gli anni del Concilio vaticano II, ‘62-’65, per lui “coincisi con gli studi di teologia, che hanno dato ai giovani un ampio respiro evangelico ed ecclesiale da sorreggere la dedizione piena e completa al Signore nel servizio dell’umanità”. Guidato anche dalla vicinanza paterna di monsignor Loris Capovilla, segretario di Giovanni XXIII – racconta don Emilio - “la mente si è aperta alle grandi problematica che toccano l’uomo”. “Col desiderio di portare a tutti la bellezza della luce di Gesù”, nell’invito per l’ordinazione, nel 1966 ha voluto inserire un’icona della Madonna con la scritta “nella carità siamo gli uni al servizio degli altri”. Non avendo ancora 24 anni, secondo gli ordinamenti canonici del tempo, ha atteso la dispensa di Paolo VI, che poi ha ritrovato a Castel Gandolfo presentandogli le conclusioni della tesi: “Il rapporto tra vescovo di Roma e i vescovi della Chiesa, in vista del Sinodo che il papa avrebbe poi istituito sul modello delle chiese orientali”.
Il Sessantotto
Primo coadiutore per due anni a Castelnuovo, tra il 1966 ed il 1968, ha avuto quella che definisce “l’opportunità di conoscere le famiglie e le rispettive problematiche, ma anche e soprattutto i giovani con le loro attese di giustizia e di libertà, che sarebbero poi sfociate nel famoso Sessantotto”. Vent’anni di insegnamento alla scuola Dante Alighieri assicura lo abbiano spinto “a formare negli studenti un senso critico che da una parte favorisse l’autonomia libera di giudizio sul fenomeno umano e d’altra parte stimolasse il loro senso di responsabilità così da essere presenti nell’arengo della storia con una capacità di iniziativa personale”. Nel frattempo, dopo l’apertura del nuovo ospedale di via Maccallè, con il dottor Mario Ciulla, direttore sanitario, si è impegnato a preparare 40 infermieri agli esami di terza media, che poi ha seguito per lunghi anni nei corsi - tenuti presso l’ospedale a Crema e non più a Lodi – di infermiere generico e professionale, sull’esempio di don Milani che, racconta, “mi ha illuminato nel rendere sempre più coscienti i lavoratori nei vari servizi da loro scelti”.
A Gerusalemme
L’approfondimento degli studi a Gerusalemme, sotto la guida di monsignor Enrico Galbiati, lo ha coinvolto in una “passione sempre più forte a conoscere la terra di Gesù e la sua parola. Già dal 1967, appena prima della guerra dei sei giorni, ho tenuto qualche corso di teologia e di filosofia ai frati e alle suore operanti in Terrasanta; corsi ripetuti per tanti anni fino al 1985, quando mi sono trasferito a Betlemme, dando corsi di studio ai francescani della custodia di Terrasanta, ai salesiani e al seminario maggiore della diocesi a Beit Jala. Durante l’estate di quegli anni ho tenuto lezioni in tutto il medio oriente, dall’Egitto al Libano, dalla Siria alla Giordania, acquisendo sul posto una conoscenza delle problematiche inerenti al medio oriente”.
La Cattedrale di Crema
Dal 1990 un altro cambio di vita: “monsignor Libero Tresoldi mi ha chiamato da Gerusalemme a presiedere la parrocchia della Cattedrale, con l’insegnamento per qualche anno presso il liceo classico Racchetti. Mi sono impegnato in questi anni a stare vicino alle famiglie, per condividere i loro problemi e le loro speranze, con una particolare attenzione ai malati, ai sofferenti, ai giovani. La lunga permanenza nella stessa parrocchia mi ha offerto la possibilità di conoscere con profondità le realtà familiari, che ho cercato di servire con attenzione, rispetto e discrezione. Una suora clarissa di Gerusalemme, mi disse nel 1990: “ti auguro di formare nella tua parrocchia una bella famiglia”. È stato il programma che ho cercato di attuare con fedeltà quotidiana”.