18-02-2024 ore 10:18 | Cronaca - Crema
di Denise Nosotti

Munari. Il dirigente Tadi fa retromarcia dopo la polemica: ''nessuna classe del Made in Italy''

Il ministero dell’Istruzione e del merito, a gennaio, aveva proposto alle scuole di attivare l’indirizzo Made in Italy allo scopo di promuovere, attraverso un vero e proprio corso formativo, le eccellenze del nostro paese a livello artistico, storico ed economico. In provincia di Cremona l’unico istituto ad aver accolto l’appello è stato il Bruno Munari di Crema diretto da Pierluigi Tadi. A iscrizioni chiuse, il termine era il 10 febbraio, l’indirizzo ha registrato, in tutt’Italia, solo 375 iscrizioni. A Crema solo uno studente l’ha scelto. In un primo momento l’istituto avrebbe deciso di procedere comunque con l’istituzione dell’indirizzo consentendo agli studenti iscritti al corso socio - economico di migrare verso il Made in Italy oppure si sarebbe proceduto ad estrarre a sorte.

 

Polemica tra le famiglie e mondo politico

La decisione ha sollevato non poche polemiche sia tra le famiglie, che tra gli studenti. A questi si è affiancato anche il mondo politico. Il consigliere regionale Matteo Piloni l’ha definito “flop di una proposta che non aveva sostanza: nessun programma, nessuna linea guida, nessun indirizzo di formazione per gli insegnanti. Solo propaganda. In Lombardia sono state dodici le scuole che hanno deciso di avviare il percorso senza avere avuto seguito”. Ha promesso di non abbandonare gli studenti alla loro sorte. A Piloni si è affiancato anche Paolo Losco, già candidato sindaco di Crema e rappresentante della sinistra italiana. “Sono lontanissimi, ormai, quei ricordi in cui il Munari era quel liceo artistico in grado di insegnare la libertà di pensiero. Nostalgia e delusione sono i sentimenti che oggi prova chi è cresciuto in quella scuola e ci ha lasciato un pezzo di cuore”.

 

La risposta del preside Tadi

Solidarietà alle famiglie anche dal partito della Rifondazione Comunista e da Stefania Bonaldi. Quest’ultima ha sottoposto la questione alla deputata del Pd Simona Malpezzi, dichiaratasi pronta a presentare un’interrogazione al Parlamento. Tutto questo fino a poche ore fa, quando è giunta la notizia del  dietrofront del dirigente scolastico Tadi. “Dato che la legge istitutiva del liceo del made in Italy è entrata in vigore solo l'11 gennaio 2024 a ridosso delle iscrizioni e senza aver potuto fare orientamento ho informato i genitori del disposto legislativo che prevederà la confluenza del liceo economico sociale nel liceo del made in italy concedendo la possibilità ai genitori di valutare l'opportunità della scelta dell'indirizzo ancora per qualche giorno dopo il termine delle iscrizioni, lasciando liberamente scegliere se confermare l'iscrizione nel liceo economico sociale o passare nel liceo Made in italy. Valutato che la maggioranza delle risposte da parte delle famiglie è stata di confermare la scelta, provvederemo nel prossimo anno scolastico ad attivare due corsi del liceo economico sociale e nessuno del liceo del Made in italy”.

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