17-12-2019 ore 18:44 | Cronaca - Milano
di Riccardo Cremonesi

Processo a Ousseynou Sy. L'ansia e la paura degli studenti raccontate dai genitori

Disturbi del sonno, ansiolitici, difficoltà di concentrazione; molti hanno smesso di dormire da soli, altri si rifiutano di andare a scuola. C’è chi ha subito un peggioramento del rendimento scolastico e chi scoppia a piangere in presenza di una fascetta da elettricista per legare l’albero di Natale. Per alcuni è divenuta insopportabile la vista di un coltello o l’odore della benzina. Queste sono alcune delle drammatiche testimonianze dei genitori dei bambini sequestrati lo scorso 20 marzo dall’autista di origine senegalese Ousseynou Sy. L’uomo è accusato di sequestro di persona, strage, fatti aggravati dalla finalità di terrorismo e di una serie di reati minori che vanno dal danneggiamento alla resistenza a pubblico ufficiale. Settimana scorsa ha dichiarato di aver agito per sollevare l’attenzione pubblica nei confronti dei bambini morti in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa.

 

Testimonianze raccapriccianti

Accogliendo la richiesta dei pm Alberto Nobili e Luca Poniz la Corte d’Assise ha accettato di evitare a bambine e bambini il trauma di testimoniare in aula. Al dibattimento bastano i racconti verbalizzati dai carabinieri. Come raccontato dai genitori la maggior parte dei bambini non riesce a dormire se non è in compagnia e la luce deve comunque sempre rimanere accesa. I bambini si spaventano se qualcuno alza la voce e quando sentono l’odore della benzina. Le testimonianze sono raccapriccianti: “Papà, ero certa di morire, chissà che dispiacere avreste avuto tu e la mamma”.

 

Il supporto psicologico

Dal giorno del dirottamento, quando l’autista senegalese ha deviato il percorso dalla scuola in centro città alla palestra e ha cercato di raggiungere la pista dell’aeroporto di Linate, molti bambini si rifiutano di prendere i mezzi pubblici. Accettano di viaggiare in auto coi familiari, ma i finestrini devono essere abbassati. Spesso non riescono ad esprimere emozioni o ad essere affettuosi come prima. È alto il numero di bambini e bambine che, insieme ai genitori, seguono un percorso terapeutico. La prossima udienza è fissata per il 20 gennaio: verranno sentiti i consulenti delle parti civili.

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