17-11-2024 ore 12:34 | Cronaca - Crema
di Giulia Tosoni

Crema. Al Festival dei diritti i racconti di affido e adozione: 'Un filo rosso che collega i cuori'

La sala Ricevimenti del palazzo comunale di Crema ha ospitato, nel pomeriggio di sabato 16 novembre, il secondo appuntamento della diciottesima edizione del Festival dei diritti. L’incontro Ci stiamo a cuore, organizzato da ItaliaAdozioni e dall’associazione Il Canguro, ha raccontato storie di affido ed adozione, attraverso le testimonianze di chi vive personalmente il percorso. Per l’occasione è stato presentato il volume Cara adozione 2, curato da Roberta Cellore.

 

Diffondere la cultura 

Dopo i saluti istituzionali delle assessore Emanuela Nichetti e Anastasie Musumary, è stata data parola a Ombretta Giangrande, dell’associazione Il Canguro e all’autrice Cellore. “Il desiderio de Il canguro è essere al fianco delle famiglie affidatarie e accompagnarle nel percorso. Oggi vedremo le testimonianze di ragazzi maggiorenni che hanno il desiderio di rimettere in circolo l’amore ricevuto dai genitori adottivi e affidatari”. Alla Cellore il compito di rappresentare ItaliaAdozioni: “l’associazione è uno spaccato della società. Siamo un’associazione culturale che vuole diffondere la cultura di affido e adozione. In città abbiamo organizzato diverse iniziative con la manifestazione Crema, città accogliente”.

 

 

Cara adozione 2

Come spiegato da Roberta Cellore: “il volume, pubblicato da ItaliaAdozioni nel 2022, è diventato un punto di riferimento per chi vuole approfondire la tematica. Il libro raccoglie oltre 40 lettere partecipanti alle edizioni del Festival delle lettere tra il 2013 e il 2020, scritte da genitori e figli adottivi, nonni e zii, giudici, assistenti sociali, psicologi, fino alle madri che hanno dato in adozione il proprio figlio. Una trama creata dalle vite delle persone coinvolte che a volte commuove, a volte fa sorridere”.

 

Storie di vita

Durante l’incontro sono state proposte video testimonianze e lette storie di vita, ciascuna intervallata dall’arpa della musicista Paola Beltrami. A Beatrice dispiace non aver “vissuto una vita normale”, ma dalle sue parole traspare tutta la gratitudine nei confronti della sua famiglia affidataria. La storia di affido di Alessia inizia a 10 anni, dopo aver trascorso alcuni mesi in comunità ha trovato “la famiglia giusta”, il rapporto con i genitori biologici è saltuario ma le problematiche con loro sembrano non cessare nonostante la distanza. Jo ha vissuto con suo padre fino ai 13 anni, spostandosi continuamente di in città in città. Per tutta la sua infanzia ha lottato contro la depressione, gli scontri col genitore erano diventati insopportabili, così la decisione dell’affido: “mi sento bene, è come se le mie opinioni contassero veramente. L’affido è necessario, avere una famiglia quando non ce l’hai ti da speranza”. Un intreccio di storie, fatti reali e sentimenti, fredda burocrazia e bruciante umanità, un filo rosso che collega i cuori.