16-06-2018 ore 15:21 | Cronaca - Crema
di Ermete Aiello

Giustizia rapida ed efficiente, il tribunale cremasco ed i risvolti economici e sociali

Ho appena letto nel contratto di governo, alla voce ‘Giustizia rapida ed efficiente’, che “occorre una rivisitazione delle geografia giudiziaria – modificando la riforma del 2012 che ha accentrato sedi e funzioni- con l’obbiettivo di di riportare tribunali, procure ed uffici del giudice di pace vicino ai cittadini e alle imprese”. Non so quanta credibilità attuativa si possa dare ai programmi, da chiunque promanino.

 

Profondi risvolti economici e sociali

Non so, nel caso specifico, quanto peso possano avere le direzioni generali ovverosia la burocrazia (anche se di norma in Direttore generale se lo nomina il ministro di turno, con affinità di idee, quantomeno); non so quanti ostacoli possano frapporre il Consiglio superiore della magistratura e l’Associazione nazionale magistrati, da sempre favorevoli e pesanti sostenitori della abolizione dei piccoli tribunali. Certo è che avere posto il problema della revisione della geografia giudiziaria è indubbiamente la prova che le forze che promuovono la nuova coalizione di Governo hanno mostrato sensibilità per un problema che ipocritamente (anche in sede locale) veniva tacciato di corporativismo (degli avvocati) e che invece ha profondi risvolti di carattere pubblico e sociale, oltre che economico.

 

Morto per asfissia

È la vecchia battaglia degli avvocati cremaschi che, vantando la bontà del Tribunale locale, lasciato morire per “asfissia” (il ministro ed il Csm non provvedevano neanche alla sostituzione del magistrati assenti o trasferiti, rendendo di fatto poco operativa la struttura) sollecitavano la revisione territoriale, ad esempio con l’accorpamento di Treviglio (altre soluzioni si possono trovare). E che comunque salvasse il principio concretamente disatteso dal ‘potere’, quello cioè della Giustizia di prossimità, che fosse non uno slogan ma un vero principio di democrazia partecipativa. Del quale, a tutta evidenza, solo un governo Lega-Cinque Stelle onestamente mostra di farsi carico.


I 33 soppressi e i 6 da salvare

Riusciranno in tale impresa? Non so dare risposta. So soltanto che adesso si scateneranno anche la varie lobby per dimostrare la validità del proprio presidio giudiziario, ingiustamente cancellato. Ricordo la frattura tra i 33 Tribunale soppressi con l’ultimo colpo di coda dei ‘6 da salvare’ (sponsorizzati dal Pd) o i tentativi ancora in corso dei più forti tra i minori per evocarne il ripristino. Ritengo, se si vuol fare un discorso serio e produttivo, che, invertendo quanto inopinatamente fatto, prima occorre ridisegnare i territori e poi verificare le strutture.

 

Baluardo di legalità e di democrazia

Per quanto ci riguarda, abbiamo ancora l’edificio da mettere a disposizione: forse occorre cambiare mentalità e credere veramente in un progetto attuativo che coinvolga tutta la comunità (i Comuni), le forze politiche, sindacali, economiche e produttive; non con quell’assenso formale tiepidamente espresso anni fa ma con la convinzione ferma che un presidio giudiziario costituisce anche un baluardo di legalità e di democrazia. Naturalmente, con buona pace di chi è contro per motivazioni rilevatisi, in questi cinque anni, stupidi ed inconsistenti. Firmato avv. Ermete Aiello, Presidente Associazione Avvocati Cremaschi

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