16-03-2015 ore 20:21 | Cronaca - Vaiano Cremasco
di Andrea Galvani

Vaiano Cremasco, l'orientamento e la funzionalità del nuovo canile ed il boom di adozioni. La versione di Scrp e della onlus Randagi si diventa

Il nuovo canile di Vaiano Cremasco, costruito per ospitare gli oltre 140 cani ospitati nel vecchio canile di Crema, ora ne ospita poco più di 70. “E gli altri cani dove sono finiti?” si sono domandati in molti. Non manca chi sostiene che l'Enpa, avendo in essere delle convenzioni con alcuni canili del sud, pur di mantenerle in vigore, abbia trasferito in strutture limitrofe una cinquantina di cani.

 

La versione di Scrp

L'Ente gestore della nuova struttura, in qualità di stazione appaltante, è Scrp, la Società cremasca reti e patrimonio costituita dai 51 Comuni del territorio cremasco. Il presidente Pietro Moro inizia con lo spiegare che l'attuale canile “è stato costruito sullo statistico degli ultimi 3 anni fornito dall'Enpa e dall'Asl”. La seconda domanda è diretta: “Mi chiede dove sono finiti gli altri cani? A noi sono stati consegnati i cani che attualmente si trovano a Vaiano Cremasco. Rivolgendo la stessa domanda a chi aveva in gestione gli animali precedentemente, mi hanno risposto che sono stati adottati”.

 

Interferenze

Scrp, aggiunge Moro, non può “sapere” o “interferire” sulle azioni precedenti all'affidamento degli animali: “Fino ad un minuto prima del trasferimento dei cani non potevamo intervenire. Cominciamo a rispondere un secondo dopo che ci sono stati affidati”. Eppure la differenza tra i box stracolmi di Crema e quelli vuoti di Vaiano non è passata inosservata.

 

Sovra o sotto dimensionata

Qualcuno ha messo in dubbio che la nuova struttura sia addirittura eccessiva: “Nello stesso giorno ho letto due tesi diametralmente opposte sulla stampa locale; un giornale sosteneva che la struttura fosse sovradimensionata, un'altra che invece fosse sottodimensionata. La curiosità è che nessuna delle due potrebbe avere torto”. Eppure la virtù pare stia nel mezzo: “Esatto. Noi avevamo un compito, essere pronti a ricevere i cani che ci avrebbero consegnato quando Enpa avrebbe chiuso. Non ho elementi per giudicare il lavoro altrui. Ritengo comunque che molti cani siano stati adottati dagli stessi volontari; dopo anni di cure sono certo che s'instauri un rapporto molto forte”.

 

I reali bisogni del territorio

Detto dell'attualità non resta che prepararsi al futuro: “Stiamo cercando di capire, come Scrp, quali siano i reali bisogno del territorio per quanto concerne il servizio del canile. Diamoci due o tre mesi per capire i reali flussi di adozione, poi potremo tarare un discorso adeguato alle esigenze. In realtà, oggi, solo vivendo scopriremo i reali bisogni del territorio. Dire che la struttura di Vaiano sia sovra o sotto dimensionata non ha senso”.

 

Vaiano Cremasco, un'ala del nuovo canile (foto © Cremaonline.it)

 

La versione dei Randagi

La medesima domanda viene rivolta ad Alvaro Dellera, che ha molto criticato il nuovo canile. “Abbiamo trasferito i cani per mantenere le convenzioni? Non è assolutamente vero. Le adozioni le abbiamo fatte noi come Randagi si diventa e in qualità di presidente dell'associazione le ho firmate io personalmente”.

 

Affidi e adozioni

Dove si trovano i cani che mancano all'appello è presto detto: “I cani sono presso privati, in parte alla Grande luna, quell'allevamento dietro il canile di Vaiano Cremasco; abbiamo affittato a spese nostre spazi per tenere gli animali. Altri cani, si parla di 4 o 5 cani, sono a Milano presso un canile gestito da un'associazione onlus, mentre altri ancora sono a casa di privati. Molti dei cani che si trovavano al canile di Crema sono stati adottati: 25 solo nelle ultime due settimane, probabilmente perchè sapevano che nella nuova strtuttura ci sarebbero stati problemi”.

 

Cani vecchi e grandi

L'associazione Randagi si diventa ne ha adottati 40: “Non sono finiti da nessuna parte, stanne bene, sono col loro libretto sanitario in strutture che non sono il canile perché avevamo previsto che cani molto grandi o vecchi e problematici, senza più avere le solite persone di riferimento, sarebbero sicuramente andati incontro a problemi a Vaiano. Diciamola tutta, abbiamo fatto un favore ai cani ed al soggetto che gestisce la struttura”.

 

Il problema degli spazi

Il nuovo canile non piace a tuti. Dellera e l'Enpa avevano già sollevato il problema un anno fa: “gli spazi sono molto ristretti; se dovesse riempirsi di 150 cani, come accadeva a Crema, dovranno mettere 3 o 4 animali per box. Calcolando che ora ce ne sono 70 di box, significa farli azzannare tra loro. Capisco che le condizioni di budget erano quelle, ma non è il massimo della comodità per un canile nuovo”.

 

L'orientamento

La nuova struttura, sostiene Dellera, “non facilita tanto la gestione. Scrp lo sapeva, i soldi disponibili erano quelli; dire che hanno sentito a destra e manca per meglio costruire il canile, non posso negarlo ma evidentemente hanno sentito le persone sbagliate. Dovevano sentire i volontari Enpa che da anni gestiscono la struttura: avevano chiesto box modulari, per poter andare incontro alle varie esigenze, ma ne hanno fatti solo 2 o 3. Ci sono cani che guardano verso la Paullese, quindi hanno la luce, mentre altri che non vedono neanche il sole o che riescono a farlo solo al tramonto. È orientato male, insomma, la funzionalità non è un granchè”.