16-02-2023 ore 17:00 | Cronaca - Crema
di Denise Nosotti

Settimana corta, l'istituto Munari approva il cambiamento d'orario, ma cresce il malumore

Con 11 voti favorevoli e otto contrari il consiglio d'istituto del ‘Munari’ di Crema ha approvato il cambiamento d’orario: sette ore di lezione consecutive, dalle 8 alle 15, alleggerite da due intervalli di 15 minuti, senza rientro il sabato mattina. Novità in vigore dal prossimo anno scolastico. Una decisione che fa molto discutere. Alcuni genitori hanno messo nero su bianco le proprie perplessità, inviando una lettera al dirigente scolastico, Pierluigi Tadi. “Buona parte della popolazione scolastica presente - si legge nella lettera - non è residente in città e per raggiungere la scuola si serve del trasporto pubblico che è garantito solo in determinate fasce orarie, di conseguenza l'uscita da scuola posticipata di un'ora comporterebbe notevoli disagi per molti ragazzi che sarebbero costretti a spostamenti verso le fermate degli autobus del servizio extra urbano nonché a considerevoli attese del primo pullman disponibile”.


Qualità della vita penalizzata’

Vanno aggiunte le difficoltà oggettive nell’affrontare giornate impegnative senza la possibilità di pranzare: “Questi ragazzi consumerebbero una colazione intorno alle sette del mattino per poi riuscire a pranzare nel tardo pomeriggio a ridosso della cena”. Altrettanto complicato “ritagliarsi del tempo per attività extra scolastiche, che sia uno sport, un'attività musicale o semplicemente la possibilità di passare anche saltuariamente del tempo con gli amici”. Ulteriormente complesso il tema degli studenti con fragilità: “Alcuni sono già oggi costretti a frequentare con orario ridotto perché l'attuale giornata di sei ore è troppo impegnativa. Sarebbe giusto costringerli a rinunciare ad un numero maggiore di ore di lezioni? Non dovremmo invece tutelarli maggiormente in quanto persone fragili?”. I genitori spiegano che “la modifica produrrebbe troppi problemi organizzativi e di gestione a carico delle famiglie e una netta penalizzazione della qualità di vita degli studenti che potrebbe influenzare negativamente anche sul rendimento scolastico”.


Orario dal lunedì al sabato

Tra le proposte alternative alle sette ore giornaliere, “l’inserimento di due pomeriggi settimanali (come già si faceva anni fa): permetterebbe ai ragazzi di avere un'ora di pausa pranzo e di stacco dalle lezioni”. L’obiettivo è “poter continuare a fruire della scuola che abbiamo scelto, così come ci è stata proposta, per salvaguardare l’organizzazione familiare ma ancor di più per far sì che i nostri figli, che tengono molto al loro percorso al Munari, possano proseguire serenamente” gli studi. La richiesta è quindi quella di mantenere l’attuale orario scolastico del lunedì al sabato.


Assemblea dei genitori

Nell’assemblea dei genitori che si è svolta il 12 gennaio sono state vagliate, nel dettaglio, le conseguenze che la scelta di effettuare ‘la settimana corta’ comporterebbe: “La mancanza della pausa pranzo creerebbe problemi legati all’alimentazione. Nei luoghi di lavoro dopo sei ore consecutive ci si deve fermare per almeno mezz’ora. Gli studenti potrebbero essere stanchi con conseguente scarsa attenzione e coinvolgimento nelle ultime ore della giornata. Gli altri istituti scolastici non si sono ancora espressi sulla questione. Inoltre, la proposta non era stata inserita nel programma formativo (PTOF) e quindi non sarebbe più attuabile per l’anno scolastico 2023-2024”.


La posizione della scuola

Sull’argomento abbiamo contattato l’istituto Munari. La referente per l’orientamento, Laura Lisé ha dichiarato: “in termini pratici non è ancora stato definito nulla. Abbiamo approvato la proposta presentata dalla provincia di Cremona. Si tratterebbe di seguire un'ora in più di lezione giornaliera rinunciando quindi al sabato mattina. Non c'è comunque ancora nulla di certo. Sarà costituita una commissione ad hoc per valutare sia le esigenze didattiche che dei ragazzi. La provincia di Cremona dovrebbe collaborare per mettere in sintonia i bisogni degli studenti coi servizi sul territorio come i trasporti”.

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