“Avevamo avvisato più volte e in anticipo Scrp e sindaci che il bando per l’assegnazione del nuovo canile non sarebbe andato a buon fine”. Epilogo che non ha tradito gli avvertimenti dell’onlus Randagi si diventa: “l’unica associazione partecipante alla gara si è ritirata come era normale che lo fosse di fronte ad un bando improponibile”.
“Non ci hanno creduto”
“Non hanno voluto credere alle nostre osservazioni – scrive il presidente dell’associazione, Alvaro Dellera – nonostante, come volontari e dipendenti, fossimo gli attuali gestori del canile e comprendevamo a pieno tutti i paletti che avrebbero ostacolato qualsiasi associazione a partecipare alla gara, come abbiamo fatto noi di Randagi si diventa”.
Osservazioni al bando
Nella lettera inviata a sindaci e a Scrp l’associazione ravvisa alcune criticità del bando, in primis “la formulazione, esposta in modo confuso, con eccessi di raccomandazioni peraltro già richiamati nelle leggi regionali di riferimento”. Un bando “molto penalizzante” che non chiarisce alcuni punti fondamentali, quali “il reimpiego dell’attuale personale dipendente” o “la gestione della nuova struttura in mancanza di risorse minime” (in allegato la lettera completa).
Affidamento a privati
“Abbiamo scritto, incontrato e allertato i sindaci e la presidenza Scrp delle difficoltà economiche e gestionali del bando. Ora il consorzio si vede nuovamente costretto dai sindaci ad affidare provvisoriamente la gestione del canile ad un soggetto privato senza la minima esperienza di gestione dei canili-rifugio creando un pasticcio ancora più grande ed un conflitto di interessi conclamato. Ci spiace – conclude Dellera – che ancora una volta si giochi sulla pelle degli animali una partita tutta in salita quando la soluzione poteva essere a portata di mano”.