15-08-2015 ore 19:58 | Cronaca - Crema
di Andrea Galvani

Crema, Oratorio di via Donati. Pranzo con le persone sole per festeggiare don Emilio Lingiardi, da 25 anni parroco del Duomo

Presso l'oratorio di via Donati, oggi si è tenuto un pranzo conviviale con le persone sole del Duomo per festeggiare i 25 anni dalla nomina a parroco della Cattedrale di don Emilio Lingiardi. Nel corso del mese di agosto del 1990 il vescovo Libero Tresoldi telefona a più riprese a don Emilio per convincerlo a tornare a Crema, dove lo attende “un incarico prestigioso”.

 

A Nazareth

In quel periodo don Emilio si trova in Terrasanta, a Nazareth, per tenere un corso di aggiornamento sullo sguardo di Gesù per le religiose della Galilea e del Libano. “Proprio il 14 agosto – racconta con un sorriso – ho preso la decisione di tornare. Ricordo sempre ciò che mi disse la priora delle Clarisse, in francese: 'se vuoi essere un buon pastore, devi obbedire a tutti'. Mentre celebravo la messa dell'Assunta, il 15 agosto, ho chiesto alla Madonna due cose: innanzitutto di poter costruire nella parrocchia di Crema una famiglia che sapesse condividere tutti i momenti della vita, gioia e dolori, fatiche e speranze, sogni e delusioni; secondo, dopo tanto sangue visto nelle guerre e nella prima Intifada, con tante lacrime delle famiglie, chiedevo alla Madonna di risparmiarmi la sofferenza di celebrare funerali di giovani, morti per malattia, incidenti o droga”.

 

Una famiglia

“Devo dire che dopo 25 anni questa richiesta strappata alla Madonna è stata ampiamente attuata, perché non ho presieduto nessun funerale di giovani e mi auguro che questa promessa possa continuare per sempre. I parrocchiani poi sanno che questo progetto di fare della parrocchia una famiglia, pur con le difficoltà inevitabili, si va gradualmente realizzando, con la collaborazione generosa di tutti”.

 

Giovanni Paolo II

Don Lingiardi non ha dubbi, il momento più intenso di questo quarto di secolo alla guida della parrocchia del Duomo è stata “la visita di papa Giovanni Paolo II, nel 1992 e di conseguenza, l'anno successivo, l'invito a recarmi da lui in Vaticano. Poi la costruzione dell'Oratorio in via Donati con i relativi campi da gioco, nel 1995, con la definitiva sistemazione dell'antico oratorio di via Forte 2010, dopo che le Ancelle che ospitavano tutte le iniziative della parrocchia, si erano ritirate a Salò”.

 

Il prossimo futuro

La quotidianità è molto intensa, tra la parrocchia ed i fedeli, il Capitolo della Cattedrale, i malati a casa, all'ospedale o al Kennedy, senza trascurare i numerosissimi contantti con la Terrasanta, l'Egitto, l'amatissimo Libano e la martoriata Siria o l'Iraq. Il parroco non fa mistero del prossimo futuro: “Secondo il codice della Chiesa mi restano due anni di vita pastorale piena, perché al compimento dei 75 anni ogni parroco deve dimettersi. Il mio impegno è la vicinanza a tutte le famiglie, soprattutto a quelle segnate dal dolore, dalle prove, da malattie e da lutti. Grandi iniziative non sono in programma, ma piuttosto l'affetto sincero verso tutte le persone che incontrerò sui miei passi”.