15-07-2013 ore 08:36 | Cronaca - Crema
di Emanuele Mandelli

I Rotary di Crema, Cremasco, Soncino e Pandino hanno appoggiato il progetto pavese Il seme della speranza che prevede lo sviluppo di una scuola professionale in Uganda

Una cordata interprovinciale di Rotary ha allestito un progetto dal titolo Il seme della speranza, a favore dello Zakayo vocational training institute in Uganda. Si tratta dei club: Rotary club Pavia Ticinum, Rotary club Crema, Rotary club Cremasco San Marco, Rotary club Soncino, Rotary club Pandino visconteo.

Evoluzione
Il progetto punta a far evolvere una scuola già attiva con l’obiettivo di migliorare la gestione dei quotidiani mezzi di sostentamento per la popolazione locale. L’iniziativa è stata presentata nei giorni scorsi nel corso della conviviale meridiana del Rotary club Crema tenutasi presso il circolo del Ridotto.

la presentazione
Il progetto è stato presentato da Francesco Meriggi, presidente del Rotary club Pavia Ticinum, che da sempre ha rapporti con i club cremaschi per via della antica amicizia con Beppe Samanni. “Bisogna tener presente che quella scuola si trova al confine tra Kenya e Sudan, nella regione del Karanoja. Territori poverissimi e insalubri, anche in confronto alla media ugandese”, ha spiegato ai presenti.

realtà attiva dal 2006
“La scuola professionalizzante è nata nel 2006. Accoglie anche giovani disabili e svolge corsi triennali: alfabetizzazione, educazione civica, piccolo artigianato, sanità di base”. Ma adesso il progetto si propone di realizzare servizi aerati da cui si possa ricavare fertilizzante, creare un sistema di raccolta dell’acqua piovana, una cucina rispettosa delle norme igieniche e un impianto fotovoltaico che assicuri le più elementari esigenze.

Costi e tempi
Il progetto costa 40.000 dollari. Di questi, 20.000 sono offerti dai singoli club. A breve verrà formalizzata domanda alla Rotary foundation, se l’ente darà l’ok verranno stanziati i 20 mila dollari mancanti. “Diversamente, nulla di fatto. Ma se come penso e spero tutto andrà per il meglio a quella popolazione non avremo dato del pesce, ma la canna con cui pescare”, ha concluso Meriggi.