14-03-2016 ore 12:11 | Cronaca - Crema
di Antonio Savino

Sicurezza. Indispensabile innovare il sistema per ridurre i tempi di reazione

Ho letto con molto interesse l'articolo Crema. Varchi elettronici, per le forze dell'ordine un progetto fondamentale di Andrea Galvani del 9 marzo 2016. In passato consessi politici di questo livello, affrontando temi direttamente connessi alla sicurezza, non frequentemente coinvolgevano in un pubblico dibattito funzionari delle forze dell'ordine, come invece ora avvenuto per iniziativa di chi ha nuovamente proposto all'assemblea dei sindaci del Cremasco l'adozione di un sistema integrato di videosorveglianza che ha delle peculiarità oramai ben note che possono facilitarne l'efficacia.

 

L'integrazione del sistema

Chi mi conosce ricorda che nel 2005 appena giunto incontrai subito i quarantotto sindaci per presentarmi e facilitare auspicate forme di collaborazione, sebbene i municipi vengano frequentati pressoché quotidianamente dai responsabili territoriali, i marescialli dei carabinieri comandanti delle stazioni che nella stragrande maggioranza dei casi rappresentano l'unico presidio dello Stato. Nel maggio 2007 a Crema venne eletto il dottor Bruno Bruttomesso e d'intesa con i colleghi presenti nel capoluogo ci recammo a salutarlo. Quello che doveva essere un saluto divenne un proficuo incontro per l'interesse dimostrato dal neo sindaco, mosso dal ruolo istituzionale che stava per intraprendere e l'idea di un sistema di sorveglianza elettronica consortile, integrando quelli dell'intero comprensorio, proposto fin d'allora piacque a tutti.

 

I flussi di circolazione del Cremasco

La rete viaria del cremasco è attraversata da flussi di circolazione di interesse regionale per la prossimità al capoluogo lombardo e per la felice posizione al centro di un'area, con un raggio di soli 45 chilometri, comprendente altri cinque capoluoghi di provincia. Il fenomeno criminale predatorio che da decenni affligge l'intero territorio nazionale si manifesta anche da queste parti, con alcune migliaia di delitti, come risulta dai registri tenuti dai Tribunali e dagli archivi delle forze dell'ordine, dati pubblici comunicati all'inaugurazione dell'anno giudiziario e dalle Autorità di Pubblica Sicurezza costantemente. La situazione localmente non è così grave come illustrata dalle frequenti interrogazioni parlamentari provenienti da ogni parte d'Italia o recentemente dall'articolo apparso il 1 marzo 2016 su Il Fatto quotidiano dal titolo polemico Vietato arrestare i ladri per sottolineare che la carcerazione preventiva si è molto ridotta come l'esecuzione delle condanne detentive oggi attenuate da diffuse concessioni premiali. Le autorità provinciali, molto vicine in ogni occasione, hanno riconosciuto le potenzialità delle risorse destinate alla sicurezza, nonostante la contrazione della spesa pubblica abbia prodotto il mancato mantenimento degli organici delle forze statali.

 

Indispensabili sistemi innovativi

Per contro la rete stradale di gran lunga migliorata ha ridotto i tempi di percorrenza lungo molte direttrici rendendo indispensabili sistemi innovativi, l'implementazione di tecnologie per mantenere i livelli di efficienza. È necessario infatti ridurre i tempi di reazione per circoscrivere le ricerche e raccogliere subito dati attendibili per affinarle ed indirizzarle nel modo più preciso possibile. I malintenzionati scelgono l'obiettivo ed il momento dell'assalto rendendo oltremodo aleatorio qualsiasi seppur oneroso dispositivo di prevenzione non sorretto dalla sensibile partecipazione dei cittadini.

 

La certezza del diritto

Rinviare ulteriormente questo intervento che ritengo legittimo (emanato al giusto livello) razionale (idoneo a perseguire il risultato cercato) ed economico (poiché evita altri costi sociali) provoca un enorme danno alla cittadinanza che subisce danni patrimoniali, rischi per l'incolumità e condizionamenti nel comportamenti, nello stile di vita. Non è sufficiente assistere i bisognosi per ridurre la sfida criminale, occorre la certezza del diritto che anche in questo caso richiede risorse. Ritengo che i sindaci possano meglio di chiunque altro stabilire cosa sia accettabile per la popolazione a fronte dell'implementazione di tale 'fratello sorvegliante', i cui dati, abbiamo già sperimentato vengono gestiti con oculatezza, inoltre già adesso esistono i dati derivanti dal controllo dei parcheggi, della velocità e tanti altri a protezione di interessi pubblici e privati di minore rilevanza sul fronte della sicurezza generale.

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