13-05-2025 ore 10:42 | Cronaca - Crema
di Elena De Maestri

Anche la bellezza cura. Trattamenti dermo cosmetici per aiutare i pazienti oncologici

Parterre di autorità, in sala Pietro da Cemmo del museo civico cittadino per il convegno ‘la bellezza come cura: nuove sinergie all’orizzonte per una cura globale delle persone’. L’argomento era già stato presentato in Senato dal parlamentare cremasco Renato Ancorotti. È stato proposto a Crema, in partnership con l’ospedale Maggiore. All’incontro ha partecipato il direttore generale dell’Asst Alessandro Cominelli con i medici Gianluca Tomasello direttore di oncologia e Stefano Beltrami chirurgo senologo, la coordinatrice della comunitá riabilitativa ad alta assistenza Emanuela Schiavini.

 

La persona al centro

Il messaggio, lanciato durante il convegno è stato: Anche la bellezza cura. Come ha evidenziato il dg Cominelli, ‘dalla pluralità degli approcci farmacologico, chirurgico, sociosanitario e dermocosmetico emerge un tratto comune: al centro di ogni azioni di cura deve esservi la persona’. Non la malattia. "In ogni sforzo quotidiano dobbiamo ricordarci di guardare alla globalità dei bisogni di ciascuno e provare a fornire risposte esaustive. Ecco perché la sinergia tra i vari approcci é fondamentale. La cura passa dalla prevenzione.

 

Cura psicologica

La cura degli aspetti psicologici, oltre che della malattia, è fondamentale nel caso di diagnosi oncologiche. Lo ha chiarito il direttore di oncologia Tomasello precisando: “se l'incidenza delle malattie oncologiche é in aumento, è vero che oggi il cancro é una malattia curabile, grazie al continuo progresso scientifico. Allo stesso modo prendersi cura degli aspetti emotivi che il cancro porta con sé é un dovere. Serve umanizzare le cure e prestare attenzione non solo alla persona malata, ma anche al suo contesto di vita familiare e sociale. L'approccio dermocosmetico può essere un valido alleato in questa direzione. Certamente, snocciolando i dati forniti dal senologo Beltrami, dove viene offerto un trattamento multidisciplinare si riesce a garantire un grado di sopravvivenza superiore del diciotto per cento”.