12-11-2020 ore 10:13 | Cronaca - Dalla provincia
di Riccardo Cremonesi

Operazione Demetra, sequestri milionari alla ‘ndrina operativa tra Cremona e l’Emilia

L’ombra della ‘ndrangheta continua a stendersi sul territorio del nord Italia. I comandi provinciali della Guardia di Finanza di Cremona e Crotone hanno confiscato beni mobili ed immobili per un valore complessivo di 17 milioni di euro appartenenti alla ‘ndrina capeggiata dal boss Nicolino Grande Aracri. Le indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria di Cremona, coordinate della Direzione distrettuale antimafia di Bologna, hanno portato la Corte d’Appello del capoluogo emiliano alla condanna definitiva di esponenti di spicco della cosca, che da tempo ha trovato terreno fertile al confine tra Lombardia ed Emilia Romagna.

 

L’episodio di usura

L’operazione è stata chiamata Demetra, come la dea greca che aveva il compito di sovrintendere alla Natura e ai raccolti (che i romani chiamarono Cerere). Tutto è iniziato con un episodio di usura subito da un imprenditore cremonese da parte di un usuraio piacentino. L’analisi dei flussi finanziari, confluiti nell’operazione Aemilia, hanno portato a scoprire una serie di episodi simili ai danni di imprenditori emiliani. In un caso un imprenditore ha ricevuto un prestito di 700 mila euro e ne ha dovuto restituire oltre un milione, con un interesse del 200 per cento.

 

I soldi riciclati

Come riferiscono le Fiamme gialle, “sono state utilizzate società fasulle, con bilanci all’apparenza perfettamente regolari grazie alla complicità di professionisti”. I militari sono risaliti ad oltre 20 milioni di fatture false. Il denaro ricavato è stato riciclato “nell’acquisto di complessi immobiliari, di strutture turistico-alberghiere, di società agricole, edili immobiliari ed in imprese di trasporti e logistica”. Complessivamente sono stati sequestrati “28 immobili nella provincia di Crotone, cinque società nei settori edile, della logistica e della ristorazione nelle provincie di Crotone, Parma e Vicenza”. E ancora “due automezzi, tre macchine operatrici agricole, un natante natante di 7,50 metri e cinque unità abitative rimovibili”. Parte degli immobili e dei veicoli sono stati restituiti alla collettività: sono stati destinati alle forze di polizia, ai Vigili del Fuoco e ad enti no-profit per le loro finalità sociali.

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