12-06-2019 ore 09:48 | Cronaca - Dal mondo
di Andrea Galvani

Damasco, la realtà quotidiana non scalfisce la voglia di vivere. Il racconto di padre Elia

“È passato poco più di un anno del cessate il fuoco a Damasco e la situazione che si vive, come nel resto del paese, non è facile per nessuno”. Come spiega padre Elia Bahjat Karakach - parroco della parrocchia latina di san Francesco in Damasco - “crisi economica, mancanza di lavoro, di prospettive per il futuro in particolare per i giovani. La mancanza di benzina blocca tanti aspetti della vita: mancano i trasporti per andare a lavoro e le code delle macchine per l’acquisto della benzina spesso erano di chilometri – sono arrivati ad esserci code di 200 macchine. Da un giorno all’altro i costi dei trasporti sono aumentati molto e tutti sappiamo che quando aumentano i costi dei trasporti tutti i prodotti aumentano”.

 

Benzina, gas, gasolio razionati

A stupire, certo non positivamente, è quella che padre Elia definisce “una novità nella nostra società: sono state create le schede elettroniche per la razionalizzazione dell’acquisto mensile di benzina, di gas e di gasolio. Ogni famiglia ha diritto solo a una bombola di gas al mese, a 20 litri di benzina ogni 5 giorni per le macchine private e 30 litri ogni 48 ore per i taxi e ad una quantità ristretta di gasolio. Ai bordi delle strade fuori città si vede, qua e là, qualcuno che vende un gallone di benzina”.

 

Nelle aree agricole

Uscendo dalla grande città la situazione non migliora. Suor Marta, trappista di Azeir, una regione agricola ad alcuni chilometri da Damasco racconta che “la gente coltiva ma non ha la possibilità di portare frutta e verdura a Damasco o sui mercati, quindi tutto è fermo. L’embargo impedisce l’ingresso di carburante e paralizza i trasporti, dagli autobus ai taxi, passando per le auto private. Gli studenti non possono più frequentare scuole e università, i pazienti non possono recarsi agli appuntamenti con i dottori. Da noi molte cose si conservano ancora col ghiaccio e chi fa il ghiaccio non riesce a produrre, non c’è elettricità per i freezer né benzina per portare in giro i blocchi di ghiaccio”.

 

La voglia di vivere

Il pane viene “razionato perché i forni funzionano col gasolio. Insomma questa realtà e davvero pesante e la gente è veramente scoraggiata. Sempre più persone rimpiangono di non essere partite”. Eppure, spiega padre Elia, “nonostante tutte queste difficoltà il popolo ha voglia di vivere. La comunità parrocchiale è una realtà sempre viva. Domenica scorsa 27 bambini che anno fatto la prima comunione. A breve inizieranno otto campi estivi ai quali parteciperanno circa 600 tra bambini, adolescenti e giovani. La preparazione è molto impegnativa anche per la ricerca dei fondi necessari per coprire le spese, dato che ogni partecipante contribuirà solo con una somma simbolica”.

 

Sostegno psicologico

Le nuove generazioni, presente e futuro della Siria hanno vissuto tutta la loro vita sotto la guerra: “quanti traumi hanno! Un sogno che abbiamo? Potere aiutarli con un sostegno psicologico di qualità che possa ricostruire in ognuno di loro quanto la guerra ha distrutto. È un progetto grande che non potrà essere realizzato senza il sostegno dei nostri amici”.

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