Stamattina in piazza Aldo Moro, a Crema, si è celebrato il decennale della restituzione della statua intitolata a Vittorio Emanuele II. Presente il comitato promotore, presieduto da Tino Moruzzi, il sindaco Fabio Bergamaschi, l'ex sindaco Bruno Bruttomesso, l'ex presidente del consiglio comunale Antonio Agazzi, le autorità civili, militari e le associazioni combattentistiche e d'arma. La cerimonia è stata accompagnata dalle note della banda Giuseppe Verdi di Ombriano-Crema.
"Opera importante"
“Il ritorno della statua dedicata a Vittorio Emanuele II, opera dello scultore Francesco Barzaghi – ha spiegato il sindaco - fu reso possibile grazie all’impegno del Comitato promotore per la restituzione alla città di Crema del monumento, al sostegno economico delle istituzioni e alla significativa generosità di diversi concittadini, che torno a ringraziare. Perché la salvaguardia, il recupero e la valorizzazione del nostro patrimonio storico-artistico e culturale è opera importante e meritoria offerta alla conoscenza delle generazioni. Un monumento non è un semplice pezzo di pietra che assume artificialmente la forma indotta. Non è nemmeno una statua ordinaria, della quale pur possiamo gustare il fascino della tecnica, così come l’espressività artistica, ricavandovi emozione ed un intimo messaggio. Un monumento è questo ed è altro. E’ oltre. E’ l’epica di una nazione e di un popolo. Una Storia che non si cancella. Che si studia, si comprende, si valuta in dipendenza delle diverse sensibilità delle epoche. Si giudica. Ma mai si cancella, poiché ciò che è dato rimane per sempre. La Storia non conosce il paradigma della sottrazione. E se in alcune parti del mondo si sta affermando la logica della rimozione di alcuni monumenti storici, emblema della brama di cancellazione culturale, mi piace esaltare oggi la maturità di una comunità che celebra la ricorrenza della restituzione alla piena fruizione pubblica di un’effige d’epoca monarchica in un’importante piazza dedicata ad un grande statista repubblicano come Aldo Moro, non ravvisando in ciò alcuna contraddizione, ma ritrovandovi la semplice evoluzione di una nazione conciliata con se stessa e con il proprio percorso”.