Emozionante cerimonia quella che si è svolta ieri, martedì 8 luglio, a Izano, per il centenario della nascita del patriarca di Venezia Marco Cé. Per l’occasione, è tornato in terra cremasca il cardinale Oscar Cantoni, già pastore della diocesi. Con lui il vescovo di Crema, Daniele Gianotti, il parroco dell’unità pastorale di Izano e Salvirola don Giancarlo Scotti, il vicario generale don Attilio Premoli e don Angelo Lameri, originario del paese. Sull’altare anche il diacono permanente Antonino Andronico. A concelebrare l’eucarestia, all’ingresso del santuario della Madonna della Pallavicina, i sacerdoti della diocesi.
Una targa alla casa natale
Prima della messa, il cardinale e il vescovo, il sindaco Luigi Tolasi e i fedeli della comunità hanno scoperto la targa affissa sulla casa natale del patriarca, per poi riunirsi in processione verso il santuario mariano. La celebrazione è stata accompagnata dal coro del paese. In prima fila sedevano le autorità: Tolasi, la vice sindaco Sabrina Paulli, il presidente del comitato Gerardo da Iosano Luca Giambelli e il sindaco di Offanengo Gianni Rossoni. Il vescovo di Crema e il parroco di Izano hanno accolto il cardinale che ha celebrato i cinquant’anni di messa ricordando la diocesi in cui ha mosso i primi passi da vescovo dopo l’ordinazione a Como.
La figura del patriarca di Venezia
Nell’omelia, il cardinale Cantoni ha ricordato la figura di Cé: “si fa festa anche in cielo per i cento anni del patriarca e noi ci uniamo alla gioia dei beati che lodano continuamente Dio e lo esaltano per la sua fedeltà nell’amore. Tutti riconosciamo come un grande dono di Dio la presenza, la vicinanza, la testimonianza di fede che Marco Cè, ci ha largamente offerto. Va ricordato inoltre che nessuno di noi può rinnegare le proprie radici. Non scegliamo noi di nascere in un certo territorio, e tutti siamo debitori di ciò che è proprio del nostro ambiente culturale, del clima spirituale che ci ha nutrito, fin dalla più giovane età, dalle situazioni storiche, che hanno in un certo senso contribuito a determinare un modo tipico di interpretare la vita”.
‘Discepoli del Signore si diventa insieme’
“Un ambiente, quello di Izano, che ha tratto ispirazione dalla presenza benefica sul suo territorio del santuario della Madonna della Pallavicina, nel quale ci troviamo, a cui il nostro cardinale si è sempre mantenuto profondamente legato. Discepoli del Signore si diventa insieme, ricchi della santità di un popolo che vive e trasmette la fede cristiana e si lascia determinare da essa. Così che don Marco ha imparato proprio qui, in questa terra benedetta, ad assumere quelle virtù umane, e insieme sacerdotali, indispensabili per guidare, sostenere, accompagnare il santo popolo di Dio. Don Marco ha assorbito dal respiro di questo territorio quella bella cordialità accogliente, che anch’io ho sperimentato negli anni del mio ministero episcopale tra voi e che ritengo una qualità fondamentale che vi caratterizza, a differenza di altri ambienti”.
Fraterna amicizia
Il cardinale Cantoni ha ricordato, durante il suo ministero in diocesi a Crema, i consigli che il patriarca gli dava: “così che la nostra bella e autentica amicizia si è trasformata in una vera e propria fraternità episcopale, molto profonda. Guarda con compiacenza anche me, che oggi ricordo e benedico il Signore con voi i cinquant’anni di ordinazione sacerdotale e i venti anni di episcopato, a partire da questa Chiesa benedetta di Crema”. Al termine dell’eucarestia, un piccolo buffet ha accolto il cardinale Cantoni che ha avuto il piacere di tagliare la torta seguita dagli applausi della comunità. Al cardinale è stato donato il quadro che ha vinto il concorso d’arte alla fiera della Pallavicina.