09-06-2017 ore 18:07 | Cronaca - Crema
di Andrea Galvani

Crema. Il fascino della carrozza bianca e l’appello ampiamente condiviso alla legalità

Ha fatto molto discutere un evento accaduto domenica scorsa durante una manifestazione pubblica ad Ombriano. I commercianti che hanno aderito all’iniziativa potevano organizzare autonomamente il proprio spazio all’esterno del locale. Uno degli esercenti ha pubblicizzato la propria attività esponendo una carrozza bianca (immagine in alto) e offrendo uno spettacolo. Al termine ha ringraziato pubblicamente lo sponsor, un’azienda di Palazzo Pignano. L'aspetto che non è stato colto dalla quasi totalità dei presenti è che sia destinataria di provvedimenti della magistratura per reati connessi alla criminalità organizzata. 

 

Ingraziarsi il favore del territorio

Facciamo un passo indietro. Alcuni giorni prima, giovedì 1 giugno, il Comune di Crema ha ospitato un incontro pubblico con il vicepresidente della commissione parlamentare Antimafia Claudio Fava ed il giornalista Luca Rinaldi. Durante la serata Fava ha messo in guardia i presenti sul metodo utilizzato dalla criminalità organizzata per “ingraziarsi” il favore del territorio ed ottenere in cambio dei favori, ovvero offrendo gratuitamente supporto logistico ed operativo alle attività commerciali o alle amministrazioni comunali, durante iniziative sportive, associazionistiche oppure cerimonie religiose. Non solo. Pare che per mettere a tacere le eventuali manifestazioni di malcontento o per bloccare il diffondersi delle notizie al riguardo, non si esiti a ricorrere alle minacce. In particolare con giornalisti e amministratori.

 

Commissione parlamentare Antimafia

Al pubblico della serata è stato ricordato l’estratto della Relazione dall’allora Ministro dell’Interno al Parlamento sull'attività svolta dalla Direzione Nazionale Antimafia. Si riferisce al primo semestre 2016. Eccone un passaggio: “Il territorio lombardo si conferma quello maggiormente segnato dalle proiezioni ultraregionali della ‘ndrangheta, avendo fatto registrare la più alta concentrazione di locali (della ‘Ndrangheta, ndr). (...) Le modalità di azione, o più correttamente di radicamento, appaiono sostanzialmente connesse ad un’opera di inquinamento del tessuto economico locale, in molti casi favorito dall’azione di insospettabili professionisti, imprenditori e rappresentanti della pubblica amministrazione collusi con gli interessi mafiosi. (…) Le province di Cremona e Mantova risentirebbero della presenza di elementi contigui a gruppi criminali di origine calabrese (…)”.


Operazioni a Milano e Crema

Da segnalare – si legge nel documento - la confisca eseguita nel mese di gennaio dalla Polizia di Stato di Milano, a carico di due commercialisti calabresi, con studi a Milano e Crema, che avevano procurato ad una famiglia mafiosa siciliana da anni radicata in Lombardia, diversi prestanome per produrre fatture per operazioni inesistenti e per architettare canali per la circolazione e il reinvestimento dei profitti derivanti dalla gestione illecita di alcune piccole cooperative lombarde”. Nello specifico, la relazione parla delle confische operate a danno dei Fratelli Cristodaro e che coinvolgono beni anche nel territorio cremasco, soprattutto a Palazzo Pignano: il fatto che se ne parli all'interno della relazione, dimostra l'importanza che questi provvedimenti hanno avuto a livello nazionale e non solo locale”.


Le prime reazioni politiche

Domenica, allo spettacolo di Ombriano ha assistito anche Andrea Serena, della segreteria di Rifondazione comunista. Sentito il nome dei destinatari del ringraziamento pubblico ha avuto un sussulto. Ha scritto un post su Facebook definendo inopportuno l'accaduto e chiedendo maggiori controlli. Del medesimo avviso il deputato di Articolo 1, Franco Bordo, che ne ha tratto una lettura politica e affidato il proprio pensiero al profilo Facebook e al proprio sito internet. Ritenendo “gravissimo” l’accaduto, non ha escluso la possibilità di portare la vicenda in Parlamento.

 

L’intervento di Libera

In seguito alla denuncia di Bordo, sempre sul popolare social network è stato pubblicato un intervenuto del presidio Libera cremasco: “Crediamo sia per lo meno inopportuno dare questa visibilità ad una realtà i cui proprietari sono coinvolti in indagini e confisca dei beni per un valore di 5 milioni di euro e alla applicazione di una misura di obbligo di soggiorno della durata di 3 anni e 6 mesi. Crediamo che una forte e libera capacità imprenditoriale possa solo nascere, crescere e prosperare all’interno di legalità e spirito civico. Ogni compromesso che porti a ridimensionare (o addirittura, a cancellare) questi aspetti, inaridisce il terreno ove le imprese sane operano, fino a essiccarle”.

 

La conoscenza dei fatti

Contattato dal giornale, il commerciante coinvolto nella vicenda ha spiegato di aver agito in totale buona fede, di non essere a conoscenza delle vicende giudiziarie dello sponsor e di esserne venuto a conoscenza solo nella giornata di lunedì, quando sul web si è sollevata la bufera. Ha aggiunto di esserne rimasto particolarmente scosso. Divenuta di dominio pubblico, la notizia è stata oggetto di molte reazioni e molti commenti su Facebook. Praticamente nessuno ha messo in dubbio la buona fede del commerciante o dei suoi colleghi e alla luce dei fatti in molti hanno condiviso la necessità di una maggiore attenzione nell’organizzazione di eventi pubblici. Domenica 11 giugno a Crema si voterà per eleggere il sindaco ed i consiglieri comunali. In seguito a quanto accaduto ad Ombriano tutti i candidati hanno condiviso l’appello alla legalità: “Una battaglia che deve investire tutte le risorse disponibili, collaborando strettamente con le forze dell’ordine e lavorando preventivamente sul piano culturale ed educativo per impedire che si verifichino episodi criminosi”. 

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