Hanno meno di trentacinque anni, sono cremaschi e sono specializzati in beni culturali. Ecco l’identikit del nuvo conservatore museale Matteo Facchi e della responsabile attività didattiche Ester Tessadori, due nuove figure professionali scelte per curare e rilanciare il Museo civico di Crema e del Cremasco.
Conservatore, figura indispensabile
La presentazione è avvenuta stamattina presso la pinacoteca del museo, recentemente riallestita grazie alla collaborazione con realtà territoriali tra cui la Società storica cremasca, di cui entrambi fanno parte. Come specifica l’assessore alla cultura Emanuela Nichetti, la figura del conservatore museale “mancava da quasi due anni, è necessaria per riconfermare il riconoscimento museale da parte di Regione Lombardia”. Le figure sono state selezionate in base al curriculum e all’esperienza maturata nel settore. Saranno in carica fino a dicembre 2018.
Ricerca sulle collezioni cremasche
Matteo Facchi sarà il nuovo conservatore del patrimonio museale: classe 1982, è laureato in Beni storico artistici all’Università cattolica del Sacro cuore di Milano, ha conseguito il dottorato in Studi umanistici presso l’Università di Trento e oggi affianca all’attività di ricercatore diverse attività e pubblicazioni a stampo culturale e divulgativo, tra cui la gestione della nuova Libreria cremasca. Matteo sarà il primo storico dell’arte a ricoprire un ruolo finora affidato ad archeologi: “Una novità e una grande responsabilità”, commenta il nuovo conservatore. “Ci piacerebbe riavviare la ricerca sulle collezioni museali, cercando di coinvolgere studiosi presso i principali atenei con cui siamo in contatto”.
Cultura per bambini
Percorso simile per Ester, ventisettenne laureata in beni culturali presso la sede cremonese dell’Università degli studi di Pavia e specializzata in Storia e critica dell’arte alla statale di Milano. Anche lei è membro della Società storica cremasca e attiva sul territorio in ambito culturale e didattico. La sua figura si è resa necessaria con l’affermazione dei laboratori dedicati ai bambini, organizzati in collaborazione con le scuole del territorio. “Durante lo scorso anno scolastico abbiamo portato al museo circa duemila bambini” racconta Ester, che già da settembre sta lavorando a laboratori e percorsi didattici interattivi, studiati apposta per i piccoli visitatori.