08-05-2025 ore 11:30 | Cronaca - Lombardia
di Giulia Tosoni

Analisi del rischio: Arpa Lombardia scende in campo. 'Perché non ci sia più un'altra Seveso'

Sono circa 250 – oltre il 25 per cento del totale nazionale - le aziende a rischio di incidente rilevante (Rir) in Lombardia. Per questo, a quasi cinquant’anni dall’incidente di Seveso (Monza e Brianza) avvenuto il 10 luglio 1976, Arpa Lombardia dà il via un percorso volto alla definizione di un primo documento condiviso a livello nazionale e internazionale da soggetti pubblici e privati. L’obiettivo è quello di fornire un modello omogeneo attraverso linee guida operative per i siti produttivi già interessati dalla normativa europea tesa alla prevenzione e al controllo dei rischi di accadimento di episodi con gravi ricadute. Un importante primo passo ha preso forma grazie alla giornata di lavoro “Analisi del rischio: linee guida e ruolo degli Enti nella direttiva Seveso” tenutasi all’auditorium Testori a Palazzo Lombardia, in collaborazione con il corpo nazionale di vigili del fuoco, l’Inail, la prefettura di Milano e l’Università dell’Insubria.

 

Il ruolo della pianificazione

Al convegno hanno portano i saluti istituzionali Claudio Sgaraglia, prefetto di Milano; Giorgio Maione, assessore all’ambiente e clima di Regione Lombardia; Lucia Lo Palo, presidente di Arpa Lombardia; Fabio Cambielli, direttore generale di Arpa Lombardia e Fabrizio Piccinini, presidente del comitato tecnico regionale. I lavori sono stati moderati da Madela Torretta, direttore della direzione tecnica controlli e prevenzione del rischio antropico di Arpa Lombardia. “È importante – ha affermato il prefetto Sgaraglia - la pianificazione, bisogna conoscere bene il territorio, bisogna capire quali siano anche le vie di comunicazione, le vie territoriali. L’incontro di oggi serve proprio per approfondire questi aspetti della gestione del rischio, della conoscenza del rischio. Ciò consente attraverso una partecipazione di tutti gli enti protagonisti di poter affrontare in maniera più efficace nel caso di incidente rilevante per sostanze pericolose. Il prefetto ha il compito di adottare i piani di emergenza esterni e di decidere le misure emergenziali subito dopo il verificarsi dell’evento”.

 

Perché non ci sia più un’altra Seveso

A sottolineare l’importanza del percorso anche l’assessore regionale Giorgio Maione, intervenuto all’apertura della giornata: “Sono passati quasi cinquant’anni dall’incidente avvenuto a Seveso. Un disastro ambientale che ha segnato la sensibilità collettiva. È fondamentale mettere al centro la prevenzione per diffondere una cultura condivisa su sicurezza, salute e tutela ambientale. Regione Lombardia e il sistema regionale sono impegnati in questa direzione”. Per la presidente Lo Palo “la prevenzione, il monitoraggio e il lavoro metodico quotidiano sono fondamentali per evitare situazioni come quella avvenuta a Seveso quasi 50 anni fa. L’ausilio della digitalizzazione e della tecnologia ci consentono oggi di avere un riscontro di dati puntuale e preciso. Siamo chiamati a sfide ambientali decisive. Lo sviluppo e la ricerca protagonisti di questa epoca, anche attraverso l’applicazione dell’intelligenza artificiale, rendono incidenti come quello di Seveso non più possibili o verificabili”.

 

Il documento

“Le nuove linee guida – ha spiegato Fabio Cambielli, direttore generale di Arpa Lombardia – puntano a uniformare i processi e ridurre i tempi delle valutazioni tecniche. L’adesione a questa giornata è un segnale importante. Un risultato come questo è stato possibile grazie alla proficua collaborazione tra enti, in particolare con i vigili del fuoco”. Le province con la maggiore concentrazione sono Milano (61 stabilimenti), Brescia (40) e Bergamo (39), seguite da Pavia, Varese, Monza e Brianza e Lodi, ognuna con 18-20 siti produttivi. Il documento, i cui lavori si concluderanno entro luglio, sarà sottoposto alla valutazione del comitato tecnico regionale Lombardia e costituirà un riferimento operativo per gli istruttori coinvolti nella prevenzione e nella gestione del rischio industriale.