08-05-2015 ore 10:00 | Cronaca - Pandino
di Ilario Grazioso

Pandino. I sessant’anni dell’istituto caseario: una scuola che conserva la tipicità della cultura e tradizione cremasca

Un primo maggio speciale quello di venerdì scorso per la Scuola Casearia di Pandino, che ha festeggiato i suoi primi 60 anni di vita, nel corso di una manifestazione che si è svolta presso il Castello Visconteo.Alla cerimonia hanno preso parte numerosi docenti, alunni, personale tecnico, collaboratori scolastici, del presente e del passato. Non sono mancate le personalità del mondo delle Istituzioni, dall’amministrazione comunale di Pandino, alla Provincia rappresentata da Alberto Sisti.

 

Ancora con le mani nel latte

Dopo i saluti di Francesca Bianchessi, direttore dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Cremona, ed Andrea Alquati, direttore della Scuola Casearia, ampio spazio è stato dato alla presentazione della ristampa del libro Con le mani nel latte, con l’appendice di aggiornamento Ancora … con le mani nel latte. Infatti, all’edizione pubblicata nel 2005, che ha raccontato i primi 50 anni di storia della scuola, è stata aggiunta una seconda parte, che si è caratterizzata per la descrizione delle varie attività, dei progetti e di tutto ciò che è stato realizzato negli ultimi 10 anni. Il lavoro di ricerca fotografica e redazione dei testi è stato curato dai docenti: Chiara Maccalli, Silvia Panigada, Carla Bertazzoli, Franca Civardi e Davide De Carli.

 

I volti della scuola

Sotto i portici del Castello Visconteo, curiosità ed emozione per le foto in mostra: circa 18 stampe formato 50x70 di foto storiche degli anni ‘50 e ‘60, molte delle quali recuperate dagli archivi del Convitto. Accanto alle foto di ieri, quelle del presente e del recente passato, in tutto un centinaio di immagini rappresentative di attività scolastiche e non, che sono state organizzate negli ultimi 10 anni: dalle attività teatrali, al progetto Comenius, solo per fare qualche esempio.

 

Il fomraggio tricolore

Formaggi speciali

Per l’occasione, il caseificio didattico guidato da Giovanni Folini ha prodotto una serie di formaggi per festeggiare la ricorrenza, tra i quali, il soldo di cacio Pandino (la cui tecnologia di produzione si avvicina a quella del Fontal, ma senza la pressatura) e la riproduzione della Torta italica, il formaggio tricolore che valse il secondo premio, nel concorso bandito dalla provincia di Cremona, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. E per finire, la coreografica “Canestrella al peperoncino”, a forma di 60.

 

La centralità del caseificio

Andrea Alquati, da circa 20 anni è il direttore della Casearia e così commenta la festa per i 60 anni della scuola: “20 anni da direttore, un terzo della storia della scuola, che è cambiata molto rispetto a quando presi io l’incarico – dice Alquati – ma nonostante gli stravolgimenti nei piani di studio, riusciamo ancora fare almeno in gran parte, quello che facevamo prima. Caparbiamente manteniamo il nostro fiore all’occhiello, la nostra particolarità, che ci distingue da tutte le altre scuole: il caseificio didattico, la cui attività riceve l’apprezzamento da parte delle aziende del settore lattiero caseario, le quali richiedono i nostri studenti”.

 

Istruzione tecnica e superiore

Alquati elenca le tante attività promozionali, che vedono impegnati docenti ed alunni nel territorio lombardo, da ultimo, la partecipazione il mese scorso alla “Festa del latte” di Morimondo, che confermano il dinamismo di questa realtà scolastica, così particolare: “Da quest’anno poi – conclude il direttore – abbiamo anche un percorso ITS, attivato nell’ambito di una Fondazione di cui siamo parte integrante, assieme al Parco Tecnologico Padano” di Lodi, all’istituto Tosi di Codogno, ed altre associazioni di settore. Un’occasione in più per i giovani diplomati, che hanno la possibilità di conseguire al termine del biennio post diploma, un titolo di studio importante, che si inserisce tra scuola superiore e università”.

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