08-02-2020 ore 16:15 | Cronaca - Crema
di Andrea Galvani

Cremasco. Sindaci a confronto, dal Pgt unico alle ciclabili, c'est l’argent qui fait la guerre

Stamattina in sala Ricevimenti, moderati dal giornalista Giovanni Palisto, i sindaci cremaschi hanno dato vita ad un animato confronto “sul tema dell'unità e del valore del Cremasco”. Non sono mancati passaggi aspri, ma sostanzialmente si è convenuto sulla necessità di trovare strumenti che sappiano garantire non solo la rappresentatività, ma soprattutto siano in grado di aumentare il peso specifico del Cremasco nell’interlocuzione con Regione Lombardia e governo centrale. Non solo con la Provincia di Cremona che, come testimoniato da Roberto Barbaglio (sindaco di Pianengo e consigliere provinciale), sta vivendo una situazione di grave difficoltà, per essere stata lasciata con gravose competenze senza le necessarie risorse. I bilanci, ha aggiunto malinconicamente, restano in piedi con gli autovelox. Ha invece chiesto di “guardare al futuro con ottimismo” l'ex sindaco di Agnadello, Giovanni Calderara. In fin dei conti le partecipate sono una ricchezza e dalla vendita del ramo idrico (da Scrp a Padania Acque), dovrebbero arrivare dei bei soldini da spendere per il “bene del territorio”. Per lui sarebbe “paradossale” perdere l’occasione per un rilancio, “proprio ora che abbiamo risorse economiche a disposizione”.

 

La cerniera, il passato e la metro

L’ex parlamentare Franco Bordo ha chiesto di fare un passo avanti, di ricordare gli errori senza rinfacciarli e basando il futuro sulla consapevolezza di essere “un territorio di cerniera”, per questo motivo “decisivo”. L’ex sindaco di Pianengo ed attuale rappresentante dei piccoli comuni in Comunità sociale cremasca Mara Baronchelli ha chiesto di “ripensare l’organizzazione territoriale”, puntando sulla certezza che “il Cremasco è capace di pensare territorialmente” superando i bassi steccati dei singoli orticelli. Andrea Ladina (Verdi) ha difeso il ruolo della Provincia e rilanciato l’obiettivo comune della metro a Paullo, mentre Alessandro Gaboardi (già dirigente Acli e vicesindaco di Crema durante la Giunta Galli), ha voluto ricordare che l’attuale debolezza è frutto di decisioni che hanno radici profonde: “il primo tracciato Bre.Be.Mi passava per Trescore Cremasco e si sono opposti gli agricoltori; il tribunale l’abbiamo perso perché non abbiamo voluto il carcere femminile e ci siamo anche opposti allo sviluppo complessivo dell’agroalimentare (con stanziamento di 3 miliari di lire a Vergonzana)”.

 

Cedere la sovranità

L’ex consigliere regionale Agostino Alloni ha sostenuto la necessità che i piccoli comuni accettino di cedere una porzione di sovranità sui loro territori in nome di un bene superiore, ovvero la capacità di programmazione e soprattutto la realizzazione di infrastrutture, senza che vengano bloccate dagli interessi locali di un singolo comune. Il sindaco di Montodine Alessandro Pandini ha chiesto ai sindaci usciti da Scrp (tra i quali Grassi) di “pensare a rientrare” in un’ottica comprensoriale, sottolineando che “la frattura non giova ai piccoli Comuni, già in grande difficoltà nella gestione quotidiana dei servizi, dalla polizia locale ai segretari generali”. Per Stefania Bonaldi il Cremasco è storicamente abituato “a camminare insieme”, come dimostrato da “Consorzio acque e rifiuti, Scs, Scrp per la gestione dei servizi, fino ad arrivare a Comunità sociale, a Consorzio.it ed all’Area omogenea cremasca”.

 

Unico Pgt Cremasco

Gli attriti possono essere superati, soprattutto visto che nell’assemblea di oggi è apparso come “obiettivo condiviso la volontà di recuperare unità, peso, autorevolezza”. Il tema è riguardo a quali temi? Per il sindaco di Crema “una rete ciclabile che unisca il territorio”, attraverso “scelte ambientali ed ecologiche facendo sistema”, quindi “con un unico Pgt Cremasco”. E ancora attraverso “un hub dell’innovazione pubblico e privato, puntando a ricerca e formazione come chiavi di volta per aumentare la competitività”. Il tutto tenendo conto delle sempiterne “battaglie per i servizi di prossimità e la loro qualità, dall’Ospedale di Crema al trasporto pubblico locale”. Per il verde Gianemilio Ardigò mattinata “interessante, ma soluzione non condivisa e distante”. Per l’imprenditore Umberto Cabini “è stato un incontro costruttivo”, mentre per Mario Lottaroli (Rifondazione), i sindaci avevano due sfide importanti: ‘rendere più efficienti le aziende pubbliche e attraverso il bilancio partecipato portare i cittadini alla gestione del territorio. Sfide perdute senza appello”. Convitato di pietra il presidente dell'Area omogenea cremasca Aldo Casorati che ha incassato la solidarietà di Antonio Agazzi e Simone Beretta (Forza Italia), secondo i quali ha fatto bene (con lui anche altri sindaci) a disertare l'appuntamento promosso da chi non ha saputo tenere insieme il territorio e chi tanto ha brigato per frammentarlo.

 

La sfida e la vicenda Scrp

Il principale fautore dell’iniziativa odierna, Antonio Grassi, ha apprezzato l’intervento del collega di Montodine e soprattutto “la sfida” lanciata da Marco Cavalli (Cna, già sindaco di Romanengo): “al di là delle rivendicazioni, chiedo ai sindaci, avete un progetto su questo territorio? Cosa avete in mente, concretamente, perché venga fatto insieme e lo faccia contare di più?”. Tirando le somme, il sindaco di Casale Cremasco s’è espresso in questi termini: “Volete dialogare? Risolviamo la questione di Scrp. Negli ultimi due anni non ci siamo mai incontrati, ci siamo solo parlati attraverso gli avvocati”. Una volta pagate le quote, per esser chiari, i sindaci dissidenti non escludono la possibilità di un rientro. Certo, resterebbe da valutarne come, quando e in che modo. Chissà, potrebbero persino esser disposti anche ad una dilazione. L’incontro di stamattina ha portato almeno a questo risultato: i contendenti hanno organizzato insieme un incontro pubblico chiedendo ad un piacentino di moderare gli interventi, hanno rimesso in chiaro i motivi dei litigi, rivendicato le proprie posizioni, quindi cercato un motivo comune per andare avanti. Di mezzo, ci sono ancora soldi e avvocati. Il tutto in poco più di due ore. Accontentiamoci. Per la sintesi, si tenterà più avanti. Ora bisogna cercare qualcuno disponibile a trattare. Ricordando che il tema principale è sempre questo: "c'est l’argent qui fait la guerre".

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