08-01-2023 ore 20:00 | Cronaca - Dalla provincia
di Giovanni Colombi

Qualità della vita in provincia di Cremona: il rapporto 2022 sul benessere equo e sostenibile

L’ufficio statistica della Provincia di Cremona ha pubblicato la settima edizione del Rapporto “Il benessere equo e sostenibile nella provincia di Cremona – edizione 2022”, realizzato in sinergia con Cuspi, Upi e Istat, che misura il benessere a livello provinciale attraverso il calcolo di 77 indicatori territoriali di sviluppo sostenibile suddivisi in 11 domini. Il progetto che coinvolge 23 province e 8 città metropolitane evidenzia i livelli di benessere dei 31 enti partecipanti fornendo uno strumento informativo utile ad orientare le azioni programmatiche finalizzate al benessere dei cittadini.

 

Cauto ottimismo

Come spiega il presidente, Paolo Mirko Signoroni, “Il rapporto è, sotto molti aspetti, diverso dai precedenti in quanto gli indicatori presentati, aggiornati all’anno 2020 e, in parte 2021, risentono degli effetti dell’emergenza pandemica che ha portato ad un rallentamento di alcune attività programmate, ma allo stesso tempo ha accelerato la transizione digitale ed alleggerito la pressione sull’ambiente. Anche la crisi geopolitica che ha coinvolto l’Europa ha aggravato molte fragilità e condizioni di povertà causando un rallentamento nel raggiungimento di alcune azioni che avevano obiettivi di sviluppo sostenibile, ma gli impegni costanti per la tutela dell’ambiente e della salute sono incoraggianti e portano ad un cauto ottimismo nell’analisi multidimensionale che si articola sulle tematiche del benessere e sostenibilità". Di seguito, in sintesi. i principali risultati degli indicatori.
 

Salute

Dopo la netta flessione registrata nel 2020 a causa della pandemia da Covid19, torna a crescere nel 2021 la speranza di vita alla nascita che si assesta a livello nazionale a 82 anni (80 per gli uomini e 85 per le donne), mentre si alza di un anno a livello regionale e provinciale (83 anni, di cui 81 per gli uomini e 85 per le donne). Si evidenzia che la provincia di Cremona, particolarmente colpita dalla pandemia, nel 2021 recupera circa 3 anni dei 4 che aveva perso nel 2020. Inoltre, per quanto riguarda la differenza di genere, le donne si confermano più longeve degli uomini di circa 4 anni e mezzo. Uno dei principali strumenti per monitorare lo stato di salute della popolazione è il tasso standardizzato di mortalità che nel 2019 in provincia di Cremona è pari a 80,7 persone ogni 10.000 abitanti, un livello intermedio tra il dato nazionale (82,5) e quello regionale (78,5). Per le cause di mortalità, viene qui considerato l’indicatore che misura la mortalità per tumore nella popolazione tra 20 e 64 anni. In provincia di Cremona il tasso di mortalità per tumore raggiunge il valore di 7,8 persone ogni 10.000 abitanti, in linea con quello regionale, ma superiore, a quello nazionale (8,1).

 

Istruzione e formazione

 Nel 2021 in provincia la percentuale di Neet (giovani 15-29 anni che non lavorano e non studiano) è pari al 17% e migliora rispetto all’anno prima di quasi 6 punti percentuali, tornando ai livelli pre pandemia (17,2%). A livello nazionale invece la situazione è peggiore (23,1%) e la percentuale di Neet rimane pressochè invariata rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda il livello di istruzione, si evidenzia che nel 2021 i cittadini cremonesi tra 25 e 64 anni in possesso almeno del diploma di scuola secondaria di II grado sono il 59,8%; una percentuale più bassa di quella registrata sia in Lombardia (64,9%) che in Italia (62,7%). Anche i laureati tra i 25 e i 39 anni sono il 26,9%, una percentuale inferiore sia a quella regionale (31,7%) che nazionale (28,1%). I due anni di pandemia hanno avuto un impatto negativo sulla formazione degli studenti ed i livelli di competenza alfabetica e numerica ottenuti nelle prove Invalsi nell’anno scolastico 2021/22 sono peggiorati sia a livello nazionale che provinciale, rispetto a quelli pre-pandemia. Ciò nonostante, i punteggi medi ottenuti dagli studenti cremonesi nelle prove di competenza alfabetica e numerica (rispettivamente 194,3 e 201) hanno superato di ben dieci punti i dati nazionali (185,5 e 191). Nel 2020 aumenta il numero di cremonesi tra 20 e 29 anni in possesso di un titolo di studio terziario in discipline scientifico tecnologiche (STEM), che passa dal 14 al 18,4 per mille, anche se il valore resta inferiore a quello registrato in Lombardia (20,8) e in Italia (27,3%). Nel 2021 la formazione continua è in ripresa su tutto il territorio nazionale anche grazie alla possibilità di partecipare a corsi di formazione on line. A livello nazionale la percentuale di persone di 25-64 anni che hanno partecipato ad attività di istruzione e formazione, supera i livelli pre-pandemia (9,9% nell’ultimo anno contro l’8,1% del 2019), recuperando la perdita avuta nel 2020 (era 7,2%). Anche in provincia di Cremona nel 2021 si registra un aumento della partecipazione alla formazione continua rispetto all’anno prima (6,4% contro il 5,4%), anche se il dato rimane inferiore a quello del 2019 (8,9%).

 

Lavoro e conciliazione dei tempi di vita
Dopo le difficoltà riscontrate negli ultimi due anni a causa della crisi generata dalla pandemia, gli indicatori della dimensione lavoro e conciliazione dei tempi di vita fotografano un territorio in ripresa dal punto di vista occupazionale, con valori che rimangono comunque al di sotto dei livelli pre-pandemia. Nel 2021 in provincia il tasso di occupazione della fascia 20-64 anni segna un recupero rispetto all’anno prima di 1,4 p.p., pur rimanendo inferiore ai livelli pre-pandemia. Il suo valore (68,7%), supera comunque il dato nazionale (62,7%), ma non quello regionale (71,6%). Decisamente migliore sia del dato nazionale che regionale è invece il tasso di occupazione giovanile (15-29 anni) che con un valore pari al 43% supera sia il dato nazionale (31,1%) che regionale (38,2%). Anche i tassi di disoccupazione (15-74 anni) e di disoccupazione giovanile (15-34 anni) evidenziano valori migliori di quelli nazionali e regionali. In particolare, il tasso di disoccupazione giovanile (5,7%) registra un valore inferiore di 12,2 p.p. rispetto a quello nazionale e il tasso di disoccupazione (5%) un valore inferiore di 4,5 p.p. rispetto a quello nazionale. Nel 2021 in provincia di Cremona le persone inattive (che non sono occupate e non cercano lavoro) della fascia d’età 15-74 anni sono il 42,4%, valore migliore di quello nazionale (44,1%), ma non regionale (38,4%). Invece il tasso di inattività giovanile (15-29 anni), pari al 53,1%, è migliore di quello regionale (55,2%) e nazionale (60%). Approfondendo il tema delle pari opportunità in ambito lavorativo, risulta che a Cremona la differenza di genere nel tasso di inattività (15 p.p.) è inferiore al dato nazionale, ma non regionale. Stessa situazione si riscontra nel tasso di occupazione dove il divario tra maschi e femmine (18,4 p.p.) è inferiore ai valori nazionali, ma non regionali. Per quanto riguarda la sicurezza sui posti di lavoro, l’incidenza degli infortuni mortali o molto gravi sul lavoro avvenuti sul territorio cremonese nel 2020 è pari a 9,4 ogni 10.000 occupati, dato superiore sia a quello nazionale (9) che regionale (6,7).

 

Benessere economico

In generale, la provincia gode di una situazione decisamente migliore di quella nazionale, ma peggiore, seppur di poco, di quella regionale.Nel 2020 il reddito medio per contribuente in provincia di Cremona è pari a 21.392 euro e si colloca ad un livello intermedio tra quello regionale (23.335 euro) e nazionale (19.796 euro). Anche la retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti (22.205 euro) è più alta di quella nazionale (20.658 euro), ma più bassa di quella regionale (25.813 euro), così come l’importo medio annuo delle pensioni erogate in provincia (13.902 euro) occupa una posizione intermedia tra quella regionale e nazionale. La differenza di genere nella retribuzione media dei lavoratori dipendenti mostra per le donne cremonesi una situazione peggiore di quella nazionale, ma migliore di quella regionale: una lavoratrice cremonese percepisce in media 9.212 euro in meno di un lavoratore, mentre a livello nazionale la differenza è di 7.573 euro e in Lombardia di 9.360 euro. Al contrario, le pensioni di importo basso (inferiori ai 500 euro) sono il 17,6% del totale delle pensioni, meno di quelle rilevate sia a livello nazionale (22,6%) che regionale (19%). Nel 2021 aumenta la vulnerabilità delle famiglie indebitate: il tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti bancari alle famiglie (1%) cresce leggermente rispetto ai due anni precedenti e risulta peggiore sia del dato regionale (0,8%) che nazionale (0,9%).

 

Relazioni sociali
La presenza scolastica degli alunni disabili in provincia di Cremona si attesta su valori superiori alla media nazionale e regionale. Nell’anno scolastico 2019/20 gli alunni disabili che frequentano le scuole primarie e secondarie di primo grado cremonesi sono il 3,9% degli iscritti, contro il 3,3% registrato a livello nazionale e il 3,6% a livello regionale e nelle scuole secondarie di secondo grado sono il 3,2% degli iscritti, contro il 2,7% rilevato a livello nazionale e il 2,4% a livello regionale. Nel 2020 le postazioni informatiche adattate per gli alunni con disabilità nelle scuole secondarie di secondo grado provinciali (75,9%) sono cresciute di 20 p.p. rispetto all’anno precedente, anche se restano inferiori a quelle presenti sul territorio nazionale e regionale. Sul tema dell’immigrazione si evidenzia che in provincia di Cremona la percentuale di permessi di soggiorno rilasciati nel 2021 (89,4%) è in linea con quella nazionale e di poco inferiore a quella regionale (90,7%). Invece i cittadini stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza italiana sono stati il 3,4% in provincia, percentuale superiore sia a quella nazionale (2,6%) che regionale (2,8%). Gli indicatori relativi alla partecipazione sociale e civile evidenziano come in provincia esista una profonda cultura del volontariato. Si stima infatti che nel 2020 le associazioni o i gruppi di volontariato siano in media 71,2 ogni 10.000 abitanti, più numerose che in Italia (61,2) e in Lombardia (57,9).

 

Politica e istituzioni

Riguardo al tema dell’inclusività nelle istituzioni, viene qui valutata la presenza femminile e la presenza di giovani (minori di 40 anni) tra gli amministratori comunali. I dati del 2021 evidenziano una buona capacità delle istituzioni cremonesi nel coinvolgere le donne nella vita politica comunale, raggiungendo una percentuale di amministratrici pari al 34,6%, contro il 33,7% registrato a livello nazionale. Per quanto attiene invece la capacità di attirare i giovani nella vita politica comunale, i dati ci mostrano una situazione peggiore, anche se di poco, a quella nazionale: in provincia di Cremona i giovani amministratori sono infatti il 24,9% contro il 26,1% a livello nazionale. Per valutare l’operato delle amministrazioni locali sono stati considerati due indicatori: il primo si riferisce alla capacità delle Province di reperire risorse attraverso la riscossione dei tributi dovuti, il secondo analizza la rigidità del bilancio, ovvero l’incidenza delle spese rigide sulle entrate correnti. Nel primo caso la Provincia di Cremona ha dimostrato nel 2020 un’ottima capacità di riscossione, pari a 0,8 euro per ogni euro di entrata, superiore a quella registrata in media nelle Province italiane (0,7 euro) ed anche lombarde (0,6 euro).

 

Sicurezza
Riguardo al fenomeno della criminalità, l’anno 2020, caratterizzato dalla pandemia, ha visto un peggioramento in provincia di Cremona sia del tasso di omicidi volontari che delle truffe e frodi informatiche, mentre sono migliorati i tassi di criminalità predatoria e di violenze sessuali. Nel dettaglio, in provincia il tasso di omicidi volontari è raddoppiato passando da 0,3 a 0,6 ogni 100.000 abitanti, così come sono aumentate le truffe e le frodi informatiche passando da 403,7 a 433 ogni 100.000 abitanti. Entrambi questi indicatori nel 2020 sono risultati superiori sia al dato nazionale che regionale. I mesi di lockdown, la restrizione degli spostamenti e la diffusione dello smart working hanno inciso in modo determinante sulla diminuzione dei reati predatori e delle violenze sessuali, tanto che in provincia il numero delle rapine denunciate si è praticamente dimezzato passando da 25,4 ogni 100.000 abitanti nel 2019 a 13,3 nel 2020, così come le violenze sessuali sono passate da 7,2 ogni 100.000 abitanti nel 2019 a 5,9 nel 2020. Per quanto riguarda la sicurezza stradale, nell’anno 2020 il blocco quasi totale della mobilità e della circolazione hanno inciso anche sulla diminuzione del numero di feriti in incidenti stradali, passati in provincia di Cremona da 142,7 (su 100 incidenti) nel 2019 a 138 nel 2020. Nonostante ciò, l’indice è risultato peggiore sia di quello nazionale (134,6) che regionale (123,6). Anche sulle strade extraurbane (statali, regionali, provinciali o comunali), il numero dei feriti (155,1 su 100 incidenti) si è confermato superiore sia al dato regionale (128,8) che nazionale (150). Nel secondo caso invece la vrovincia ha dimostrato di avere una maggiore rigidità di bilancio (33%), rispetto a quella registrata in media nelle province italiane (21,5%) ed anche lombarde (22%), che limita le possibilità di manovra per eventuali interventi di riduzione delle spese di gestione.

 

Paesaggio e patrimonio culturale

Nel 2020 nel comune di Cremona la densità di verde storico e di parchi urbani di notevole interesse pubblico è pari al 2% della superficie urbanizzata e supera il dato nazionale (1,7%), ma non quello regionale (2,3%).  Per quanto riguarda invece il patrimonio culturale e museale, si deve purtroppo evidenziare che la provincia dispone di un patrimonio museale, in termini di densità e di rilevanza, inferiore del 76,9% a quello nazionale e regionale. Anche la dotazione di risorse del patrimonio culturale, pari a 45,2 beni culturali per 100 kmq, è inferiore a quella nazionale (72,9) e regionale (79,9). La provincia di Cremona risulta invece più virtuosa per la presenza di biblioteche, 32 ogni 100.000 abitanti, che supera il valore medio nazionale (21) e regionale (20). Analizzando il tema del paesaggio si evidenzia che sul territorio cremonese sono presenti poche aziende agrituristiche (4,1 ogni 100 Kmq), il 43,1% in meno di quelle rilevate in Lombardia e il 50,6% in meno di quelle rilevate in Italia. Anche riguardo alla presenza di aree di particolare interesse naturalistico si sottolinea che solo il 29,2% dei comuni cremonesi presenta aree di particolare interesse naturalistico, contro il 35,8% dei comuni lombardi e il 56,6% dei comuni italiani.

 

Ambiente
Qualità ambientale, consumo di risorse e sostenibilità sono i temi analizzati nella dimensione ambiente. Si evidenzia che il comune capoluogo dispone in media 31,3 mq di verde urbano per abitante, in linea con il valore medio italiano (31 mq), ma superiore al valore regionale (26,6 mq). Per quanto riguarda l’inquinamento dell’aria da polveri sottili, la provincia di Cremona nel 2020 non registra una situazione ottimale nonostante le limitazioni del traffico dovute ai periodi di lockdown. Nel comune capoluogo il valore più elevato della concentrazione media annua di PM2,5 è di 26μg/m3 , valore di gran lunga superiore al limite massimo previsto per la protezione della salute (10 µg/m3). Al contrario la concentrazione media annua di NO2 (biossido di azoto), con un valore medio annuo di 27 μg/m3 si mantiene al di sotto del limite previsto per la protezione della salute (40 μg/m3). Riguardo all’utilizzo di risorse energetiche, nel 2020 in provincia di Cremona il consumo di energia elettrica per uso domestico (1.143,3 Kwh per abitante) supera del 2,6% il consumo medio nazionale (1.113,9 Kwh per abitante), ma non quello regionale (1.145,1 Kwh). Sulla sostenibilità ambientale si rileva che in provincia nel 2020 la percentuale di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili (idrica, geotermica, fotovoltaica, eolica e bioenergie) è solo il 27,3% dell’energia elettrica consumata, una percentuale molto più bassa di quella rilevata in media a livello nazionale (41,6%). Per quanto riguarda il fotovoltaico si evidenzia che nel 2021 in provincia l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici è il 21,4% dell’energia prodotta da fonti rinnovabili, dato in linea con quello nazionale, mentre gli impianti fotovoltaici installati sono più di quelli installati in media in Italia (5,7 per kmq contro i 3,4 per Kmq) e la capacità media per impianto fotovoltaico è superiore a quella nazionale (25,1 Mwh contro i 24,6 Mwh).

 

Ricerca e innovazione

I valori degli indicatori considerati per valutare la vocazione del territorio alla ricerca e all’innovazione sono in linea con quelli nazionali, ma inferiori a quelli regionali. La Lombardia è infatti la principale regione industriale del Paese ed ospita un’alta percentuale di imprese con attività principale nei settori manufatturieri ad alta tecnologia e nei servizi ad alta intensità di conoscenza (36,3%) oltre a disporre di un’alta percentuale di occupati con istruzione universitaria in professioni scientifico-tecnologiche (18,1%). La percentuale di imprese cremonesi con attività principale nei settori manifatturieri ad alta tecnologia e nei servizi ad alta intensità di conoscenza è invece il 30,5%, valore inferiore sia a quello regionale (36,3%) che nazionale (32,6%). Nonostante le difficoltà e le incertezze legate alla crisi da Covid-19, nel primo anno di pandemia le emigrazioni all’estero dei giovani laureati italiani (25-39 anni) si sono intensificate rispetto all’anno precedente. L’Italia ha chiuso il bilancio 2020 con una perdita di netta di 5,4 giovani laureati ogni 1.000 residenti di pari età e livello di istruzione (erano -4,9 nel 2019), mentre in provincia di Cremona si sono registrati valori peggiori (-11,1) e in Lombardia, al contrario, valori molto positivi (+10,5). Considerando la differenza di genere, si evidenzia che i ragazzi emigrano più delle ragazze. Per quanto riguarda la tematica della creatività, nel 2020 le aziende cremonesi che lavorano nel settore culturale e creativo sono il 5% delle imprese ed impiegano il 4,6% degli occupati. A livello nazionale le imprese sono un po’ meno (4,5%), ma impiegano una percentuale superiore di lavoratori (5,8%), mentre a livello regionale sia le imprese che i lavoratori sono di più (6% e 7,2%).

 

I servizi

La qualità dei servizi di pubblica utilità presenti su un territorio influisce sulla qualità della vita della popolazione residente. È per questo che sono stati calcolati alcuni indicatori relativi alla qualità dei servizi socio sanitari, di pubblica utilità, carcerari e di mobilità. Nell’ambito dei servizi socio sanitari, l’offerta di servizi per la prima infanzia mostra un buon risultato: quasi tutti i comuni cremonesi offrono servizi per l’infanzia, precisamente il 97,3%, mentre a livello nazionale questa percentuale si riduce al 60,1% ed i bambini (0-2 anni) che ne usufruiscono sono il 12,6%, poco meno di quanto rilevato a livello nazionale (13,7%). Anche l’offerta ospedaliera sembra soddisfare pienamente l’utenza di riferimento territoriale, in quanto solo il 5,6% dei cremonesi ricoverati si è rivolto a strutture sanitarie di altre regioni, contro una media nazionale del 7,3%. Positiva è anche la situazione relativa ai servizi di pubblica utilità. Nel 2021 le interruzioni di servizio elettrico senza preavviso sono state meno della metà di quelle registrate a livello nazionale e la percentuale di raccolta differenziata ha superato del 24,9% il dato nazionale e del 7,4% quello regionale, raggiungendo il 78,7% dei rifiuti urbani. Per quanto riguarda la connessione internet, in Italia, nel 2021, il 44,4% delle famiglie ha avuto accesso a reti internet di nuova generazione ad altissima capacità, con una crescita della copertura di ben 14,4 p.p. rispetto al 2019. In provincia di Cremona questi incrementi sono stati ancora più alti (41,7 p.p. rispetto al 2019) e le famiglie che hanno ottenuto un accesso ultra veloce ad internet sono state il 47,4%. Il sovraffollamento delle carceri è un problema che persiste ormai da anni in tutto il Paese e purtroppo anche in provincia di Cremona nel 2021 si sono registrati 106,4 detenuti per 100 posti disponibili, come in Italia. Sul tema della mobilità, gli indicatori rimarcano una carenza sul territorio cremonese dell’offerta di trasporto pubblico locale. Nel 2020 i posti-km offerti per abitante nel comune capoluogo sono stati 1.229, dati di gran lunga inferiori alla media nazionale (3.622) e soprattutto regionale (9.109).

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