07-02-2020 ore 12:48 | Cronaca - Crema
di Riccardo Cremonesi

Rilascio passaporto e il progetto “Cicogna”. Intesa tra il Comune di Crema e la Questura

La Polizia di Stato ha avviato una serie di progetti al fine di agevolare il cittadino nella presentazione delle istanze in materia di passaporti e permessi di soggiorno. Il primo è finalizzato alla necessità di ottenere il passaporto sia per lavoro che per svago, che interessa una fascia sempre più ampia della popolazione residente in provincia. Gli uffici passaporti della Questura di Cremona e del commissariato di Crema operano per la ricezione delle istanze e consegna dei documenti per l’espatrio e servono un bacino di utenza di circa 360 mila persone che risiedono nei 113 comuni della Provincia.

 

L'intesa tra Questura e i Comuni del territorio

Il progressivo aumento delle richieste del passaporto e l’introduzione dell’obbligo dell’acquisizione delle impronte digitali dal compimento del dodicesimo anno di età del richiedente, impongono ai cittadini richiedenti almeno due passaggi presso gli uffici preposti: uno per la presentazione dell’istanza e l’altro per il ritiro del documento. Per ridurre le tempistiche di rilascio e agevolare i cittadini, il questore Carla Melloni ha interessato i sindaci del territorio invitandoli ad aderire ad una convenzione per l’attività di ritiro dei passaporti o presentazione di richieste di passaporti per minori infra dodicenni dei cittadini residenti. Il servizio è attivo presso gli uffici della Questura e del commissariato cittadino, riservando agli incaricati dei Comuni che hanno aderito alla convenzione – tra i quali Crema - il giorno di giovedì, ad esclusione dei festivi infrasettimanali, dalle ore 8.30 alle 12.30 per l’attività di ritiro dei passaporti o presentazione di richieste di passaporti per minori infra dodicenni.
 

Il progetto Cicogna

La Questura di Cremona è la seconda Questura d’Italia ad aver sposato l’attuazione del progetto Cicogna, il quale, mediante una campagna informativa, si rivolge alle future o neo mamme straniere per metterle a conoscenza dei passi da seguire in merito alla loro posizione sul territorio nazionale. Come spiega la questura, “La gravidanza non è una patologia, bensì una condizione fisiologica, degna di tutela, sia dal punto di vista giuridico che sanitario, all’interno della quale devono trovare piena realizzazione non solo il diritto alla procreazione, in libertà e autonomia, ma anche tutti i diritti inviolabili riconosciuti ad ogni persona dalla Costituzione italiana e dalla Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali”.

 

Tutelare i diritti delle donne straniere in gravidanza

“Nel 2001 è stato emanato il Decreto Legislativo 151 - Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità - il quale, oltre a tutelare la maternità sotto il profilo strettamente biologico della salute della donna, introduce una nuova visione di protezione e tutela della maternità che concentra la propria attenzione sul bambino, riconoscendo il valore sociale della maternità e il diritto alla paternità, restituendo così anche al padre un ruolo attivo e partecipe”. La Questura di Cremona e l’Asst Cremona in collaborazione con i Consultori presenti su tutto il territorio provinciale, hanno pertanto avviato il progetto al fine di supportare le gestanti e le neomamme straniere prive di titolo di soggiorno, tutelando così i diritti delle donne straniere in gravidanza e garantendo loro una modalità semplificata e veloce di rilascio del permesso di soggiorno per cure mediche mediante la fissazione di un appuntamento presso l’Ufficio Immigrazione della Questura di Cremona. Con il permesso temporaneo di soggiorno la futura mamma potrà richiedere la tessera sanitaria e avere così diritto ad accedere gratuitamente alle cure e agli esami medici previsti dalla normativa secondo il periodo di gravidanza e una volta in Questura accederà agli uffici senza attese e l’istanza verrà evasa nel minor tempo possibile, proprio in relazione al particolare stato di salute.

 

Legalizzazione delle foto dei minorenni

Così come il progetto Cicogna tutela le straniere neo mamme o in gravidanza, il progetto di legalizzazione delle foto preserva il minore straniero con età inferiore ai sei anni. “Molto spesso – prosegue la Questura - gli Uffici di polizia sono fin troppo affollati e non sono il luogo più indicato per la presenza di un bambino, specialmente se molto piccolo. Il progetto di legalizzazione delle foto nasce dal voler risparmiare le lunghe code presso gli uffici di polizia ai più piccoli i quali recandosi con i rispettivi genitori, presso i comuni aderenti al progetto, potranno procedere alla legalizzazione delle foto mediante i funzionari comunali. Ai fini della legalizzazione delle foto sarà necessaria una foto recente, formato foto-tessera del minore ed il passaporto dello stesso o documento equipollente. Inoltre contestualmente alla legalizzazione della foto il genitore del minore potrà esprime, mediante apposito modulo, il consenso ad iscrivere il minore sul permesso di soggiorno dell’altro genitore".

1987