L‘evoluzione tecnologica favorisce, purtroppo, la nascita di nuove e sempre più insidiose forme di criminalità. Tra queste, la più importante novità è costituita dalle truffe telefoniche. La Polizia di Stato si impegna da sempre ad aggiornare costantemente i propri strumenti e ad affinare le tecniche investigative necessarie a reprimere le innumerevoli modalità con cui viene consumato questo delitto, ma la migliore strategia di contrasto rimane la prevenzione. Dalla pagina ufficiale della questura di Cremona è scaricabile una guida creata dalla Polizia Postale con consigli utili per prevenire le truffe e le frodi online.
Un caso a Cremona
“Un cittadino cremonese si è presentato nei giorni scorsi presso la questura per denunciare un tentativo di truffa a suo danno”, dichiara il commissario capo Claudia Vismara: “oltre all’enorme cifra che l’uomo ha rischiato di perdere, circa 30.000 euro, è allarmante il fatto che le chiamate ricevute apparissero come effettivamente provenienti dai numeri di telefono del suo istituto bancario e, successivamente, della stessa questura di Cremona”. Questo è possibile grazie a tecniche di manipolazione informatica dei dati trasmessi, consistenti nella falsificazione del dato visibile per rendere irriconoscibile la sorgente. “Nel caso della scorsa giornata, l’uomo si è comportato correttamente. Insospettito dalla richiesta di un bonifico da parte del presunto poliziotto, si è presentato subito nei nostri uffici per chiederci conferma e aiuto. Così facendo, è stato facile per gli agenti della Polizia di Stato smascherare il truffatore e salvare i risparmi che la vittima ha rischiato di perdere”.
Attenti allo ‘spoofing’
Questa tecnica, denominata spoofing, è molto insidiosa e la si può ovviare solo prestando molta attenzione. Per accertarsi se una chiamata proveniente dal numero di telefono fisso (non da cellulare, perché le chiamate ufficiali vengono sempre fatte da numeri della rete fissa) della banca o delle forze dell’ordine è reale, basta dire all’interlocutore che riagganciate e sarete voi a ricontattarli. Occorre poi controllare in internet il numero fisso dell’interlocutore (banca o forze dell’ordine) e chiamare quel numero. Si avrà in tal modo certezza sul reale interlocutore. Analogo discorso vale per i messaggi fasulli che appaiono sul telefono della vittima, come provenienti dalla propria banca, addirittura nella stessa chat dove sono conservati i messaggi originali inviati dall’istituto di credito.
Alcuni consigli utili
Al fine di prevenire altre truffe a danno dei cittadini, ecco una serie di consigli forniti dalla Polizia di Stato: mai cliccare su un link contenuto in un messaggio che sembra provenire dal nostro istituto di credito; diffidare dalle chiamate con toni ultimativi o intimidatori che sembrano provenire da operatori del vostro istituto di credito che ci prospettano la chiusura del conto bancario, il blocco della carta di credito o eventuali sanzioni se non si dovessero compiere subito certa azione, oppure da persone che si presentano come appartenenti alle Forze dell’Ordine e vi chiedono di interagire con i vostri conti correnti. Sono subdole strategie per spingere il malcapitato a fornire informazioni e dati personali senza rifletterci troppo. Gli operatori telefonici hanno normalmente un atteggiamento cortese nei confronti dei clienti e sono disponibili. Non fornire mai a nessuno dati e informazioni personali, codici di accesso, Pin, Otp, dati bancari e della carta di credito. È importante tenere presente che le banche e le aziende fornitrici di carte di credito conoscono già determinate informazioni sensibili sul nostro conto e risulta anomalo che ci chiedano proprio quelle informazioni che, di solito, esse stesse ci invitano a mantenere riservate.