06-04-2018 ore 18:02 | Cronaca - Cremona
di Riccardo Cremonesi

Cremona, frode milionaria nel commercio di 200 auto. Alcune vendute nel Cremasco

Oltre 10 milioni di euro non dichiarati al fisco e omessa dichiarazione di Iva per ulteriori 2 milioni di euro. Questo quanto contestato dalla Guardia di Finanza di Cremona ad un commerciante di auto cremonese ed altri cinque imprenditori operanti nel settore del commercio di auto nelle province di Brescia, Milano, Cremona e Reggio Emilia. Le sei persone sono state denunciate con l'accusa di frode fiscale, falso in atto pubblico e nei loro confronti sono stati sequestrati beni per 2,3 milioni di euro.

L'indagine
I finanzieri hanno scoperto una “frode a carosello” per importare auto di grossa cilindrata dalla Germania e dalla Svizzera. Porsche, Audi, Bmw e Mercedes venivano immatricolate alla motorizzazione civile di Cremona utilizzando false dichiarazioni doganali con le quali si attestava che l'Iva era stata corrisposta in dogana. Il commerciante cremonese, a cui faceva capo l'organizzazione, ha utilizzato come prestanome per le operazioni di importazioni un anziano signore ricoverato in una casa di riposo di Milano. Insieme ai cinque imprenditori compiacenti, tramite un giro di fatture inesistenti, ha commercializzato sull'intero territorio nazionale circa 200 auto, tra le quali alcune sono state vendute a clienti cremaschi.

Funzionari della Motorizzazione infedeli
I finanzieri hanno scoperto la frode a termine delle indagini preliminari che hanno portato al rinvio a giudizio di tre dipendenti della Motorizzazione civile di Cremona per i reati di falso ideologico, abuso d'ufficio, truffa ai danni dello Stato e interruzione di pubblico servizio. Dopo tre mesi di appostamenti e pedinamento, sono stati accertati centinaia di episodi dove i tre dipendenti si sono allontanati dal posto di lavoro senza autorizzazione recandosi a fare commissioni private, hanno rendicontato fraudolentemente e riscosso compensi per oltre 250 ore non eseguite e hanno riscosso indennità chilometriche e rimborsi carburanti non spettanti. I militari della Guardia di Finanza stanno quantificando il danno erariale, che si attesta a diverse decine di migliaia di euro, per il quale i tre dipendenti saranno segnalati alla Corte dei Conti.

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