05-12-2019 ore 17:30 | Cronaca - Crema
di Nina Andreoli

Gioco d’azzardo, a Crema spesi 69 milioni di euro. Gli esperti: 'il problema viene negato''

“A volte capita che il gioco prenda una brutta piega”. Stamattina il vice sindaco e assessore al welfare Michele Gennuso ha presentato il progetto sul contrasto al gioco d'azzardo insieme al regista Pietro Arrigoni, al referente del Piano di zona, Francesco Iacchetti, ad Elisa Arcari della cooperativa di Bessimo e a Veruska Stanga, partner del progetto con il consultorio diocesano.

 

Solo a Crema spesi 69 milioni

Il Comune di Crema è referente per il Piano di zona del progetto di contrasto al gioco d'azzardo patologico, finanziato da Regione Lombardia tramite dell'Ats della Val Padana. L'attenzione del territorio e di tutta la regione è molto alta; del resto i numeri, anche per il nostro territorio, parlano chiaro: 192 milioni di euro spesi nel gioco d'azzardo (slot, videopoker, gratta e vinci , scommesse, ecc.) nel 2017. Solo a Crema, che ha 34.264 abitanti, i milioni spesi, secondo i dati del 2017, per il gioco sono pari a 69,12 milioni di euro, circa 2000 euro pro capite all’anno. A fronte di una situazione chiaramente grave, le persone in carico ai servizi sociali per dipendenza dal gioco d'azzardo, per questa patologia, non sono più di cinquanta. Il che significa che si assiste ad una fase di negazione del problema da parte delle persone e delle loro famiglie.
 

Il progetto di aiuto e sensibilizzazione

Per rinforzare il tessuto sociale, come ha spiegato Iacchetti, sono due le cose fare: “Creare delle antenne sul disagio, perché segnalino tempestivamente le persone a rischio e sensibilizzare dei target precisi sui rischi connessi”. Con la collaborazione del regista Arrigoni è stato realizzato un flash mob rappresentato nei cinque mercati del territorio: attori, adeguatamente preparati, hanno ingaggiato un confronto coi passanti, hanno raccontato storie durissime di dipendenza dal gioco d'azzardo. “Abbiamo ricevuto di tutto, pure gli insulti - ha raccontato il regista - ma anche confessioni, reazioni vere, vitali”. È stata “un’esperienza di successo”, perché i comuni coinvolti si sono accorti di una maggiore attenzione delle famiglie con problemi di questo tipo ai servizi che il territorio può dare loro per affrontarli.

 

Viviamo in un enorme casinò
Nelle scuole superiori del territorio i ragazzi di terza vengono invitati a riflettere sui numeri spaventosi del gioco d'azzardo, ai quali non sono immuni: “Un ragazzo under 17 su tre ha giocato almeno una volta”. Come sottolineato da Gennuso “sono cambiati gli assetti sociali e le modalità di accesso al gioco. Viviamo in un enorme casinò che ci sta in tasca e i nostri vissuti emotivi determinano varie condizioni di dipendenza che sono alimentate da strumenti sempre più raffinati. È un problema sociale, non solo sanitario, un problema che dobbiamo affrontare come comunità”.

 

Formazione capillare

Il progetto A volte capita che… il gioco prenda una “brutta piega” è nato lo scorso giugno ed è finanziato da Regione Lombardia con 27 mila euro. Ha toccato tutti i 48 Comuni dell’ambito distrettuale cremasco e ha l’obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza rispetto ai rischi connessi al gioco, ma anche di formare persone in grado di aiutare ed indirizzare chi rischia di creare una dipendenza di questo tipo. Ieri sera, 4 dicembre, in sala Alessandrini è andato in scena il talk show Fate il nostro gioco, inserito nell’ambito del progetto di contrasto al gioco d’azzardo. La richiesta degli esperti è di porre attenzione al proprio comportamento (e di chi ci sta vicino) in relazione a scommesse e giochi a pagamento, avendo il coraggio di chiedere aiuto se necessario.

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