04-03-2018 ore 20:10 | Cronaca - Crema
di Lidia Gallanti

Scrp. Da Spa a società in house, la proposta presentata ai soci, tra novità e scenari futuri

“L’area omogenea non ha bisogno di Scrp, ma oggi come oggi la legislazione vigente prevede sempre più attività e funzioni sovracomunali. Non serve un'ulteriore testa pensante ma un braccio operativo coordinato dai sindaci. Per questo ritengo sia un’opportunità per il territorio”. Questa l’opinione di Aldo Casorati, presidente del Comitato di coordinamento dell’area omogenea, che riassume l’esito dell’ultimo incontro. Tema: il futuro della società cremasca reti e patrimonio.


Scrp: una Spa in house

Lo scorso martedì 27 febbraio il presidente di Scrp Pietro Moro ha illustrato ai soci la bozza della proposta: “trasformare Scrp – oggi società per azioni – in una società in house, compreso il Consorzio Informatica e Territorio”. Come spiega Casorati, “la nuova formula prevede che il potere decisionale sia concentrato nel comitato di indirizzo e controllo, che dovrebbe essere eletto e formato da tutti i sindaci e formato da loro”. A differenza del vecchio comitato ristretto, “senza poteri né responsabilità”, questo sarebbe “una sorta di Cda. Come il comitato di controllo di una Spa, potrà proporre un bilancio, un piano industriale, assumere persone, controllare l'amminisrtatore unico e il consiglio d'amministrazione”.
 

Una testa, un voto
La seconda novità riguarda il criterio di elezione del nuovo organo: “una testa, un voto. Non più in base alla maggioranza delle azioni detenute. È chiaro che il bilancio e il consuntivo saranno approvati dall’assemblea, perché comunque rimane una società per azioni in house. È auspicabile che tutte le decisioni possano essere prese all’unanimità, ma se uno conta uno è possibile approvarle a maggioranza”. Per il momento “si tratta di uno studio – conclude Casorati – entro marzo faremo un’altra riunione per decidere se proseguire su questa linea, da proporre all’assemblea dei sindaci”.

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